Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Stasera Italia, l'allarme di Gianluigi Paragone: guerra Ucraina verso l'escalation

Giada Oricchio
  • a
  • a
  • a

La diga di Kakhovka nell’Ucraina meridionale, e sotto il controllo degli invasori russi, è saltata in aria. La sua esplosione è gravissima perché è parte di una centrale idroelettrica nella città portuale di Nova Kakhovka, sul fiume Dnipro, a 30 chilometri da Kherson e portava l’acqua per rifornire la penisola di Crimea e soprattutto gli impianti di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Chi l’ha fatta saltare in aria? L’esercito di Putin per fermare la controffensiva dei soldati di Kiev o gli ucraini per mettere in difficoltà il Cremlino davanti al mondo? Ucraini e russi si accusano a vicenda, mentre gli Usa si sono espressi con cautela: “Al momento non possiamo dire cosa sia accaduto”. Intanto, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ha dichiarato che “probabilmente ci sono numerosi morti". Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà una riunione urgente. L’argomento viene affrontato anche a “Stasera Italia”, talk preserale di Rete4, martedì 6 giugno.

 

 

 

 

Gianluigi Paragone, fondatore di Italexit, ha osservato che finora il conflitto era a bassa intensità: “Noi eravamo abituati a una guerra che si muoveva per millimetri, come ha scritto Domenico Quirico. Poi accade un fatto che mette su un crinale drammatico questa guerra. Rischia di esserci un’escalation perché non sarà facile capire di chi è la responsabilità esattamente come per il Nord Stream”. La conduttrice Barbara Palombelli ha puntualizzato che russi e ucraini sono entrambi figli dell’Unione sovietica e, dunque, abili nell’arte della disinformazione per delegittimare l’avversario, Paragone ha concordato e concluso: “Certo! E se la controffensiva dovesse entrare nel territorio russo per prendere alle spalle le truppe di Mosca, lo scenario cambierebbe notevolmente. Sarà difficile stabilire la responsabilità ma adesso tutti quelli che stanno attorno devono insistere su un tavolo di mediazione mai così centrale come in queste ore”.

Dai blog