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Simone Baldelli, da deputato a cantante: "Sogno il palco di Sanremo"

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Alessio Buzzelli
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«Il Parlamento è un microcosmo in cui ci sono molti musicisti e amanti della musica, anche se in pochi lo immaginano. Tra loro c’ero anche io: politica e musica sono e saranno sempre le due grandi passioni della mia vita, anche se, dopo molti anni, ho deciso di dedicarmi alla seconda. Attualmente sono impegnato nella promozione del mio nuovo disco, anche se mi piacerebbe partecipare a un qualche iniziativa musicale a sostegno dell’Emilia Romagna. Senza dimenticare che il prossimo anno c’è Sanremo...». Una parabola senza dubbio atipica, quella di Simone Baldelli, personaggio poliedrico a dire poco, catapultatosi dai banchi di Montecitorio dritto dentro gli studi di registrazione dopo essere stato saggista, pittore, autore di satira, vignettista, imitatore di razza (famose le sue parodie, tra le altre, di Tremonti, Boldrini, Giuseppe Conte). Ora, dopo 4 legislature consecutive in Parlamento (con Forza Italia), ha deciso di dire addio alla politica per dedicarsi completamente alla musica e al suo nuovo album, da poco lanciato con il singolo «Roma Rio».

Qui il video della canzone "Roma Rio" di Simone Baldelli

Quando e come è nata la sua passione per la musica?
«Sin da bambino. A 6 anni ho preso in mano la chitarra per la prima volta. Al piano, invece, ci sono arrivato un po’ più tardi, a 45 anni. Ho sempre cantato, dalle recite a scuola alle serate musicali. Nel 2016 ho fondato insieme a quattro amici musicisti una band, “Padri di figlie femmine”, con cui abbiamo dato vita a diversi concerti di solidarietà e ad uno spettacolo teatrale».

Il singolo «Roma Rio», come lei stesso ha dichiarato, potrebbe essere il tormentone dell’estate 2023. Da dove ha tratto l’ispirazione per il testo e per la musica, così influenzata dalle sonorità carioca?
«Il testo nasce dal passaggio di un amico che aveva una macchina nuova, con quel profumo che fa venire voglia di viaggiare. E una volta deciso che si viaggia, tanto vale darsi una meta ambiziosa, come Rio. Specie dopo un periodo come quello del Covid. E poi io amo la musica brasiliana, da Jobim a Djavan, passando per Caetano Veloso, Roberto Carlos, e tanti altri».

Prima di «Roma Rio» aveva già inciso altre cose o questo è il suo esordio assoluto?
«Il mio primo brano “Tu sai perché” è uscito nel 2019, poi nel 2020 è uscito “Dov’è” e nel 2021 “Sereno”. Nel 2021 ho anche inciso una cover chitarra e voce di “Besame mucho”. Questi brani si possono trovare tutti sulle principali piattaforme musicali».

Ha in programma, nel futuro prossimo, concerti, eventi live, o magari, un tour?
«Intanto sto facendo un po’ di promozione del nuovo disco. Mi piacerebbe partecipare a qualche iniziativa musicale per l’Emilia Romagna. E poi l’anno prossimo ci sarebbe Sanremo. Chissà...».

Oltre alla musica, durante questi anni ha percorso molte altre strade, tra pittura, libri, vignette satiriche e molto altro. C’è stato un momento particolare della sua vita in cui ha capito che la sua strada si sarebbe separata dalla politica?
«La politica è una passione da cui non puoi separarti. Puoi non candidarti, non essere eletto, non ricoprire incarichi. Ma l’interesse per la cosa pubblica, “la forma più alta di carità”, come disse Paolo VI, non ti lascia mai. Puoi continuare a farla anche fuori dalle istituzioni o in altro modo. E, per quanto mi riguarda, l’ho sempre accompagnata con altre passioni. Le mie direzioni hanno sempre marciato parallele».

Ci sono parlamentari musicisti? Può dirci chi sono i più bravi secondo lei?
«Che Francesco Paolo Sisto sia un ottimo pianista jazz è noto, così come il fatto che Sergio Battelli faccia musica elettronica. Il parlamento è un microcosmo, che purtroppo gode di pessima stampa, dove ci sono diversi musicisti e amanti della musica. E poi c’è un eccezionale precedente del passato: quanti parlamenti al mondo possano vantare di aver avuto tra i loro banchi una figura come Giuseppe Verdi?».

Ha nuovi progetti in cantiere per il futuro?
«Per quello sono un vulcano! Ho nuovi brani da far uscire nei prossimi mesi, un libro da finire, e ipotesi di collaborazione ancora da valutare, anche sul fronte radiotelevisivo. Ma è ancora presto per parlarne».

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