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Omnibus, Fabbri e il piano da brividi della Cina: “Missione imperiale”

Luca De Lellis
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Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina, in molti si sono chiesti che ruolo avesse la Cina. Un Paese, governato da una dittatura comunista, che persegue i propri traguardi. Il più importante dei quali è, con ogni probabilità, affermarsi come prima potenza mondiale scalzando dal trono proprio Stati Uniti e Russia che da ormai da tempo stanno dando vita a una riedizione della Guerra Fredda. Dario Fabbri, noto analista geopolitico, ha cercato durante la puntata di Omnibus di venerdì 12 maggio di dare una propria versione della strategia cinese: “La Cina è storicamente alla ricerca di una missione imperiale. Con questo conflitto si è vista accendere una lampadina”. Di che si tratta? “Da tanto tempo vorrebbe porsi alla testa di quei paesi che una volta chiamavamo del Terzo Mondo e adesso ha visto che, attraverso i due voti all’Assemblea Generale dell’Onu dell’anno scorso e di quest’anno, una discreta maggioranza dell’umanità ha votato a favore della Russia”.

 

 

L’ospite della conduttrice di La7 Alessandra Sardoni rivela il possibile ragionamento che sta spingendo Xi Jinping a ricoprire le vesti di pacificatore opportunista tra i due litiganti: “Se mi metto a capo di una mediazione in senso antioccidentale – spiega Fabbri riferendosi al presidente cinese – e faccio vedere che sono buono agli occhi del pianeta, non posso che trarne ulteriori benefici”. Ed è la ragione, ammette, per la quale “la Cina da qualche mese si è lanciata in maniera più convinta verso questa linea”. Poi conclude: “Kiev è in difficoltà con Pechino. Perché sa che non è super partes con la Russia e che ha secondi interessi”. Però, e non è poco, “prima dell’inizio del conflitto era il primo socio proprio dell’Ucraina”. Saranno quindi le prossime mosse a dirci quanto la Cina possa incidere su un’eventuale trattativa di pace della guerra tra Putin e Zelensky (e Biden).

 

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