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“Ho menato alla polizia”. La rivelazione choc di Lucio Caracciolo “ultras”

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Lucio Caracciolo è noto al grande pubblico per le numerose ospitate in televisione per analizzare gli scenari della guerra tra Russia e Ucraina. Il direttore della rivista di geopolitica Limes è stato intervistato da Un Giorno da Pecora su Radio Rai e ha svelato alcuni retroscena sulla sua vita da acceso tifoso della Roma, con un passato tumultuoso: “Ora sono abbonato nel settore Tevere Centrale, da ragazzo andavo sul mitico muretto della Curva Sud. Il momento più bello allo stadio è quando si canta ‘Grazie Roma’, perché vuol dire che abbiamo vinto. Ho anche dei riti particolari che fa prima di ogni partita, ad esempio il giorno della partita non mi taglio mai la barba. Qual è stata la cosa più folle fatta per la fede giallorossa? Menare alla polizia. Quando ero ragazzo, negli anni Settanta, andavo allo stadio e c’erano degli arbitri un po’ particolari. Funzionava così gli arbitri uscivano con un pullman e spesso dei tifosi, tra cui io, li accoglievamo con simpatia… La polizia tirava roba addosso a noi e io confesso di aver tirato qualche bottiglietta, ma non li ho colpiti. Forse era un micidiale Roma-Inter, con Michelotti di Parma come arbitro. Ci rubarono letteralmente la partita”.

 

 

Caracciolo viene anche interpellato sul ko dei giallorossi nel derby contro la Lazio: “Il derby non è andato benissimo, ma la sconfitta un po’ me l’aspettavo. Amici laziali? Ho il telefono spento da ieri sera alle 20, così non possono scrivermi. Ibañez? Forse non doveva giocare, non regge certe partite ma mi fido di Mourinho. Per me Mou fa sempre bene, anche sugli arbitri”. Caracciolo si concede poi una battuta su Lilli Gruber, che spesso lo invita ad Otto e mezzo: “Se una partita importante della mia Roma coincidesse con l’invito al talk cosa farei? Se posso, evito di andarci, tanto siamo sufficientemente amici per poterglielo dire. Mi rivedo registrate le partite dei giallorossi ma solo quando so che hanno vinto… Anche Dario Fabbri è tifoso della Roma”. Un’intervista dai contenuti inaspettati.

 

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