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Rampini silenzia il coro della sinistra sui migranti: strumentalizzazione politica

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La sinistra non indietreggia di un centimetro nell'assalto al governo di Giorgia Meloni sul tema dell'immigrazione. Tutto secondo copione. Nel corso della puntata di giovedì 16 marzo di Tagadà, su La7, Federico Rampini ricorda che "c'è una dimensione di strumentalizzazione politica" per quanto riguarda sbarchi e migranti, "a seconda del colore politico del governo e di chi sta a Palazzo Chigi le opposizioni trasformano in una colpa di parte quello che è un problema molto più vasto, un problema mondiale". 

 

Insomma, i flussi dell'immigrazione illegale sono un fenomeno globale influenzato da dinamiche internazionali impossibili da governare solo a livello locale. L'editorialista del Corriere della sera ricorda a proposito i dati relativi ai "battelli che hanno trasportato profughi dalla Francia all'Inghilterra l'anno scorso, in tutto sono 45.000 persone. Di recente si sono incontrati il premier inglese è il presidente Macron a Parigi per un nuovo accordo che assomiglia stranamente all'accordo che l'Italia ha con la Libia", afferma Rampini. In sintesi "l'Inghilterra paga la guardia costiera francese perché fermi almeno una parte di quei Battelli".

 

In America c'è il problema del confine terrestre tra Messico e Stati Uniti altrettanto "mortale" come quello del Mediterraneo, spiega il giornalista che ricorda come Joe Biden "è un presidente di sinistra ma sta continuando politiche identiche a quelle di Donald Trump per tentare di contenere l'assalto al confine e di regolare i flussi migratori, e nel contempo l'anno scorso ha rilasciato 7 milioni di visti regolari". Insomma, "l'immigrazione clandestina è veramente un fenomeno globale - conclude Rampini - il fatto che in questo caso ci sia a Palazzo Chigi un presidente del Consiglio di destra non cambia veramente le coordinate della situazione". 

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