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Speranza indagato, "dobbiamo mettere paura". Paragone travolge l'ex ministro

Giada Oricchio
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Gianluigi Paragone mette all’angolo l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e il dottor Silvio Busaferro, membro del Cts. Dalle carte dell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della pandemia sono emerse moltissime chat tra esponenti del governo Conte e tecnici. Raccontano la parte oscura dei primi mesi del 2020 quando il Covid travolse l’Italia prima del resto del mondo. In alcune conversazioni, Speranza, passato alla storia per il rigore estremo nell’applicazione dei lockdown, scrive: “Dobbiamo mettere paura per imporre le restrizioni”.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Gianluigi Paragone, fondatore di Italexit, ha sempre avversato la linea di Speranza e oggi lo puntualizza. In un reel pubblicato sul suo account Instagram, attacca l’ex ministro: “Non c’era bisogno di queste chat per capire che non c’era scienza, ma politica. Una politica che aveva convenienza a utilizzare l’emergenza per parlare da sola. E infatti non c’era un Parlamento, c’erano solo decreti. La scienza, i tecnici e perfino il Cts erano costretti a scrivere relazioni di comodo alla politica e al governo”. Paragone ha puntato il dito anche contro il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro.

In uno scambio di messaggi, Speranza ordina: “State attenti, tutto quello che direte può finire fuori alla stampa. Se vogliamo mantenere misure restrittive conviene non dare troppe aspettative positive” e il medico si piega: “Ok, allora niente modelli come quello che ti ho mandato. Glielo diciamo che prevediamo sempre la chiusura? Ok, sì,siamo tranchant”. Per questo, Paragone domanda: “Perché Brusaferro è stato riconfermato?”.  

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