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Non è L'Arena, lo sfogo durissimo di Giletti: "Minacce ma vado avanti"

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"Il giornalismo libero comporta solitudine, ma ho le spalle larghe". Massimo Giletti apre la puntata di Non è L'Arena, domenica 29 gennaio, con un sfogo durissimo. Il conduttore di La7 ha subìto minacce dopo le sue inchieste sulla mafia e le interviste successive alla cattura del super boss Matteo Messina Denaro ma non ha alcuna intenzione di fermarsi. Lo dice forte e chiaro il giornalista aprendo la trasmissione che continua a occuparsi di mafia con il pentito e collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo in studio dove ospita anche chi ha vissuto la lotta alla criminalità organizzata, Maria Sodano, vedova dell’ex prefetto Fulvio Sodano che combatté duramente la mafia. Tra gli ospiti, poi, Luana Ilardo, figlia di Luigi Ilardo, il boss che ha fatto scoprire ai carabinieri il covo di Bernardo Provenzano. 

"È utile o non è utile secondo voi in una società democratica avere una stampa libera?" domanda il conduttore ai suoi telespettatori all'inizio della puntata. "Combattere quelle verità ufficiali che spesso, nella nostra storia si sono tramutate in falsità ufficiali, che è un veleno da sconfiggere, deleterio per chi come me e come tutti i cittadini italiani credono a quello che ci viene raccontato, perché noi crediamo nello Stato italiano con la s maiuscola. E se allora - denuncia Giletti - ci sono delle falsità queste vanno combattute con il giornalismo libero, anche a costo della vita". Poi confessa: "C'è una grande solitudine, perché alla fine in questa lotta sei solo per raccontare le verità scomode".

La mafia, la "borghesia" che ha coperto la latitanza di Matteo Messina Denaro e la politica che ha aiutato la latitanza in questi anni. La protagonista della serata è quindi la vedova del prefetto di Trapani Fulvio Sodano, l'uomo che era arrivato vicinissimo alla verità scomoda, che era arrivato a intrecci scomodissimi quando "un uomo dello Stato - tuona il conduttore - lo ha trasferito mentre era lì a combattere la mafia".

 

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