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Vaticano, la profezia di Franco: “Tradizionalisti e i bergogliani torneranno a farsi la guerra”

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Stanno facendo discutere le dichiarazioni del prefetto della Casa pontificia, monsignor Georg Gänswein, in un’intervista al Die Tagespost. Le parole dell’uomo più vicino a Joseph Ratzinger sono analizzate da Massimo Franco in un editoriale per il Corriere della Sera, in cui si parla dell’inizio della fase due del papato di Francesco. “La rimozione di Gänswein era stato l’epilogo di un sordo conflitto tra i tradizionalisti cattolici che cercavano di strattonare il papa emerito perché criticasse di più Francesco, e la cerchia della ‘corte parallela’ di Casa Santa Marta. Il monsignore era diventato il capro espiatorio dello scontro, culmine di una tensione già latente tra i cerchi magici dei ‘due papi’”.

 

 

“Ora che Benedetto è morto, ci si chiede se - si domanda l’editorialista del quotidiano - stia per cominciare una stagione di confronto più aspro tra i vari settori della Chiesa; di critiche aperte nei confronti di alcune scelte del pontefice argentino; e di resa dei conti finale con ‘don Georg’, magari usando anche la sua ultima intervista al quotidiano tedesco. Avere parlato del dolore di Benedetto per la scelta del successore di scoraggiare le Messe in latino prima ancora che si celebrino i funerali è stato visto da alcuni come un gesto di imprudenza; un’arma consegnata a chi vuole sostituirlo anche formalmente come Prefetto della Casa pontificia. Le ali più radicali del cattolicesimo stanno - aggiunge Franco - estremizzando le divergenze reciproche da tempo. La filiera più ortodossa del cattolicesimo è in fermento. E ora che manca il diaframma moderatore di Benedetto XVI, promette di tracimare. Se ne ha sentore da quando Francesco ha fatto capire di volere come nuovo custode dell’ortodossia l’attuale vescovo di Hildesheim, monsignor Heiner Wilmer, una personalità che riflette le posizioni più radicali dell’ala progressista dell’episcopato tedesco su temi come la sessualità in generale e l’omosessualità. Insomma, un anti-Ratzinger”.

 

 

Questa nomina scatenerà ancora di più lo scontro tra le due ali del Vaticano: “La nomina era prevista per metà dicembre, ma è stata rimandata. Nel momento in cui verrà ufficializzata, esisterebbe già un gruppo di cardinali tradizionalisti pronti a contestarla. In più si registra un malumore diffuso dei ratzingeriani per il modo in cui sono state organizzate le esequie di Benedetto”. Poi una chiusura sul destino di Papa Francesco: “Bergoglio sembra avere compreso prima di altri le incognite che si aprono per lui. Sa che Ratzinger rappresentava una garanzia per tenere unita la Chiesa, frenando le spinte di chi voleva un suo pronunciamento contro Francesco. Sa che non ha mai detto una sola parola contro di lui, e ribadito in più occasioni: ‘Il Papa è uno solo’. Il pericolo, ora, è che senza la barriera protettiva dell’Emerito, ‘le persone ferite da Francesco’ che andavano ‘a curarsi al Monastero’, come ha dichiarato con parole dure il cardinale Gerhard Muller, possano ritrovarsi sbandate; e siano tentate di organizzare una fronda contro il pontefice argentino”.

 

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