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La dolce festa di Papa Francesco per gli 86 anni. Bisignani: un Pontefice con luci e ombre

Luigi Bisignani
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Caro direttore, «las mañanitas» è la canzone che stamani canteranno al Papa nel giorno del suo 86° compleanno. Per la prima volta l'ha ascoltata, piccino, dalla nonna Rosa Vassallo, soprannominata la «luchadora», la lottatrice, colei che maggiormente ha segnato la vita umana e spirituale di Francesco. A differenza di molti ultraottantenni, Bergoglio, nonostante qualche «passeggiata in carrozzella», si sente pieno di energia e forza, con la voglia di lavorare di un quarantenne, e guarda i suoi coetanei, costretti ai giardinetti, con pia misericordia. Visto che ha lo spirito di un giovanotto, incurante del cronico diabete che lo affligge, si butterà sui suoi dolci preferiti a base di «dulce de leche», una smielata crema toffee di latte e zucchero che stenderebbe un ventenne. E di «dulce de leche» sono arrivati, per l'occasione, decine e decine di barattoli a Santa Marta. Poi, come se non bastasse, per festeggiare al meglio il suo genetliaco, gli ortolani di casa in Vaticano hanno provveduto a recapitare cassette di scivolosi «litchi», frutti esotici di origine cinese dalla buccia rosa e rugosa e dalla polpa bianca e profumata, che pare aiutino a digerire e forse per questo si trovano anche sulle imbandite tavole natalizie di mezza Italia. Certo non mancheranno noci e mandorle, come gli aveva prescritto Sara Farnetti, la super dietologa dei Vip, nella vana speranza di farlo dimagrire. Ma, oltre al cibo, il giorno del compleanno per il Papa è anche un vezzo leggere i messaggi di auguri che gli arrivano da tutto il mondo.

 

 

Tra i suoi intimi corre voce che si soffermerà con particolare attenzione su quello del premier italiano Giorgia Meloni, dalla quale è simpaticamente incuriosito e che ospiterà presto nei Sacri Palazzi. L'aver portato la figlia Ginevra al vertice di Bali agli occhi di Francesco ha fatto apprezzare ancor di più le caratteristiche della donna oltre che del premier. Ma gli 86 anni sono inevitabilmente anche l'occasione per un bilancio di questo Papa tanto amato quanto criticato all'interno del mondo cattolico e soprattutto dalla Curia. È molto probabile che gli storici della Chiesa avranno grandi difficoltà a trovare un filo logico in una massa di atti e di «leggi» che dicono e contraddicono allo stesso tempo e, soprattutto, riducono a brandelli le istituzioni «forti» della Chiesa. Al grido di «io sono il vescovo di Roma», ha praticamente delegittimato l'intera classe diplomatica della Santa Sede, tenendo «bloccati» tutti quelli formati alla scuola di Casaroli e Sodano (magari, solo per antipatia latinoamericana verso quest'ultimo, nunzio apostolico in Cile ai tempi di Pinochet) e ha lasciato che un terzo dei circa 200 diplomatici con la tonaca venissero scelti da un nunzio di scarsa esperienza e poca fama, il polacco Jan Pawowski, tutti quarantenni, con qualche rara eccezione di appena cinquantenni, dell'Europa Orientale, tradizionalisti, anticonciliaristi, portatori di un cattolicesimo bigotto e identitario, promossi a prescindere dai meriti acquisiti nella loro scarsa carriera. Tenuto conto che resteranno in servizio fino ai loro 75 anni, i prossimi due-tre pontefici si troveranno un corpo diplomatico con un blocco passatista, nazionalista e contrari al multilateralismo. Con in più, una Segreteria di Stato senza fondi (il budget dedicato alle 180 nunziature è pari a quella spesa per l'inutile Dicastero della Comunicazione), continuamente delegittimata dalle esternazioni di un Papa che non conosce nessuna prudenza: che bisogno c'era di rivelare che il Vaticano mediava tra Russia e Ucraina per lo scambio di prigionieri? Ed esternare con parole pesanti quello che i diplomatici stavano tentando di far conoscere alla cancelleria circa le atrocità commesse in Ucraina dai miliziani islamici delle ex repubbliche sovietiche?

 

 

Il perpetuare di viaggi tanto costosi quanto di scarsa utilità ecclesiale: Kazakistan, Bahrein ma prima anche in Egitto e Kuwait, imbarazza le comunità cristiane con un entusiasmo pro islamico del tutto contrario alla realtà storica. Il collegio cardinalizio, in teoria «Senato del Papa», non è mai stato convocato in dieci anni. Cardinali importanti sono stati messi alla berlina senza che il Papa muovesse un dito per difenderli, anche quando si è appalesato che le accuse contro di loro, come per Pell, Barbarin erano fantasiose e irreali. Chissà se la vicenda Becciu, ancora tutta da chiarire, avrà la stessa sorte. Sono molti i cardinali e i vescovi del mondo cattolico umiliati in questi anni, ma oggi è il compleanno del Papa e quindi, auguri e vita lunga a Francesco. E non dimentichiamo di pregare per lui. Ne ha davvero bisogno.

 

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