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Controcorrente, Rampini svela l'errore della sinistra su Kaili: "Dovevano cacciarla"

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Il caso Qatargate è al centro del dibattito della puntata di controcorrente di sabato 17 dicembre su Rete4. Federico Rampini analizza la vicenda spiegando qual è il problema culturale della sinistra progressista, emerso ben prima della vicenda delle tangenti.  

"Io vedo un problema di cultura della sinistra.  C'è almeno un'imputata eccellente che non è italiana: è Eva Kaili la ex vicepresidente greca. Parto da lei perché mi ha colpito molto la sua frase, divenuta tristemente celebre, e molto antecedente alla vicenda delle mazzette trovate a casa sua. Quando disse che il Qatar era un modello per i diritti umani: un'affermazione ignobile e immonda visti i migranti morti nei cantieri per i mondiali. E subito dopo aggiunse anche: non possiamo dare lezioni sui diritti degli immigrati. Questo è il vangelo di una parte di mondo che si auto definisce progressista e che secondo me non lo è e che profondamente anti occidentale e che sostiene che solo l'occidente si macchia di peccati ignobili contro i diritti umani" spiega Rampini.

"Solo noi siamo oppressori, sfruttatori, colonizzatori mentre il resto del mondo è un'umanità buona che ha diritto di risarcimento nei nostri confronti. È da questa cultura di un mondo che io definisco sedicente e progressista di cui fanno parte anche alcune ong di quella galassia Panzeri e Kaili. Proprio Kaili, secondo me, avrebbe dovuto essere cacciata dal partito socialista greco e quindi europeo solo per quella frase prima ancora che i poliziotti scoprissero a casa sua le banconote. C'è un problema politico che andava affrontato alla radice. Quello che poi fa si che un certo mondo accetta le tangenti perché se vengono dall'emisfero sud del pianeta vengono dalla parte buona dell'umanità che ha subito dei torti e che deve essere risarcita. Questo è il tema serio e grave della cultura progressista. Noi avremo bisogno del Qatar a lungo perché è ricco di gas naturale quindi il commercio con il Qatar lo dovremo fare chiudendoci il naso ma questo non significa che dovremo genufletterci riconoscendogli una superiorità morale che è una cosa indecente" conclude. 

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