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Di Maio inviato nel Golfo, malumori in Europa: il motivo è imbarazzante

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Il nome di Luigi Di Maio è accostato da giorni alla carica di inviato dell'Ue nel Golfo Persico, un ruolo cruciale per il futuro delle forniture energetiche di tutta l'Unione europea. Dopo gli attacchi del governo alla scelta europea, emerge qualche mal di pancia da Bruxelles. Il quotidiano francese Le Monde ha riportato che nei palazzi europei molti non vedono di buon occhio la scelta dell'ex ministro degli Esteri. "Le sue competenze, soprattutto la sua conoscenza da debuttante dell'inglese e la sua scarsa esperienza nel Golfo, rendono curiosa questa scelta" scrive il giornale francese.

 

Va detto che non è stata ancora presa una decisione definitiva. E mentre dalla Lega ancora oggi criticano ferocemente l'ipotesi, il direttore della rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Antonio Parenti, getta acqua sul fuoco. "La cosa che mi lascia un po' perplesso è notare le critica nei confronti della candidatura nel nostro Paese. Il processo è trasparente, c’è un bando per la candidatura promosso dallo European External Action Service, un panel esterno alle istituzioni Ue che valuta i profili e li rende pubblici, e poi l’Alto Rappresentante porta i nomi ai governi in Consiglio Europeo, che ha l’ultima parola", ha detto Parenti in un’intervista a Formiche. 

 

Per Parenti, Di Maio "è una persona che ha ricoperto un ruolo da ministro degli Esteri di un importante paese per tre anni, ed è molto stimato sia in Europa che fuori". Se sarà chiamato a diventare inviato speciale "avrà sicuramente molto lavoro da svolgere con i Paesi dell’area del Golfo per discutere e determinare la questione dell’approvvigionamento energetico nei prossimi anni. Nel brevissimo termine l’area è importante come fonte di gas naturale liquefatto, ma in futuro giocherà un ruolo molto rilevante con riguardo all’idrogeno verde, vista l’esposizione al sole".

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