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Che Tempo che Fa, Giannini sbotta sugli sbarchi selettivi: "Cosa mi ricordano"

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Le navi Ong nel porto di Catania, la linea dura del governo Meloni sugli sbarchi “selettivi”, il silenzio dell’Ue. Sono questi gli argomenti caldi della trasmissione di Rai3 “Che Tempo che Fa”, domenica 6 novembre. Tra gli ospiti del conduttore Fabio Fazio, c’è Massimo Giannini. Il direttore del quotidiano “La Stampa” ha criticato senza se e senza ma il governo Meloni per il pugno di ferro contro gli sbarchi dei sopravvissuti salvati in mare dai volontari: “Non era immaginabile che ricominciassero da dove era finita l’avventura dell’uomo del Papeete (stabilimento balneare/discoteca romagnolo da cui il leader della Lega di fatto fece cadere il primo governo Conte, nda) cioè dagli impresari della paura. Parlano di un’emergenza che non esiste per puro fatturato politico-elettorale e lo fanno sulla pelle di bambini e diseredati della Terra con un surplus di cattiveria”.

Giannini pensa al divieto di attraccare nei porti italiani per 13 giorni, poi al permesso concesso solo per soccorrere malati e persone fragili come anziani, bambini e donne in gravidanza e infine all’ordine di ripartire immediatamente con il restante “carico residuale” (secondo definizione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi).

“Non c’è un respingimento tout-court già aberrante di suo” ha continuato il direttore che con volto contorto in un’espressione di disgusto ha sferrato il colpo di grazia: “Gli sbarchi selettivi sono ancora più terribili. Quest’idea che sulle banchine qualcuno, non si sa bene in base a quali criteri, esamina uno per uno questi poveri disgraziati richiama immagini tragiche della nostra storia, quelle di cui parla Liliana Segre. Basta! No! Non su queste persone. Non c’è emergenza, non c’è invasione, c’è soltanto un’inaccettabile speculazione politica”. Oggi la Commissione Europea ha ribadito che è un “dovere morale e legale salvare le persone in mare, in base alle leggi internazionali”.

Intanto sale la tensione: il capitano della Humanity 1 ha dichiarato che non lascerà il porto e i 35 migranti a bordo hanno iniziato una protesta rifiutando il cibo, mentre la Rise Above ha avvertito che sta finendo il carburante  e chiede “un porto sicuro”.

 

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