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Tagadà, Gasparri: la guida di Forza Italia non si cambia con le interviste

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L'intervista di Giorgio Mulè a "La Repubblica" sull'ipotetico passo indietro di Antonio Tajani dai vertici di Forza Italia fa ancora discutere. Il tema ha tenuto banco anche durante la puntata di "Tagadà" in onda il 24 ottobre su La7. In collegamento con Tiziana Panella c'era Maurizio Gasparri che ha sottolineato la necessità di evitare interviste scivolose per lasciar lavorare in serenità gli esponenti di governo.  

 

 

 

 

"Esiste da sempre un problema di rapporto tra movimenti politici e governo - ha detto Gasparri durante "Tagadà" - E' una sorta di dicotomia che va arginata e governata. Noi abbiamo patito le medesime conseguenze quando Alfano era al governo e decise di sostenere il governo Letta. Poi quando c'era il governo Draghi, la Carfagna e la Gelmini hanno deciso di restare ugualmente al governo. Quelli che sono adesso nel governo Meloni sono di appartenenza adamantina a Forza Italia. Tajani è uno dei 4-5 che fondò il partito così come la Bernini. Insomma bisogna governare questi processi. Altro esempio: quando nel 2001 Fini andò al governo come vicepresidente del Consiglio, La Russa divenne reggente del partito. In un partito serio si possono adottare tutti gli schermi esistenti, si può decidere di mantenere la guida o no ma, in ogni caso, non lo si fa attraverso interviste che possono avere titoli corretti o no. Governiamo questo problema tra di noi per decidere con Berlusconi cos'è meglio fare. Non mi pare utile che, mentre chi è al governo svolge le sue funzioni, gli altri rilascino interviste. In sintesi se uno non fa interviste non incorre in titoli sbagliati".     

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