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Capuozzo e la guerra in Ucraina: "Fallimento dell'Europa, si parla solo di armi e sanzioni"

Giada Oricchio
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Il presidente russo Vladimir Putin ha minacciato di chiudere il gas ai Paesi che adotterano il price cap e ha reagito con una violentissima rappresaglia (bombardamenti sul centro di Kiev e missili su un mercato nel Donetsk) all’esplosione che sabato scorso ha causato il crollo parziale del ponte di Kerch, l’unica arteria di collegamento tra la penisola della Crimea e la Russia.

Il "cessate il fuoco" appare lontano anche se domani il presidente turco Erdogan incontrerà Putin per cercare una mediazione dopo avergli ribadito in una telefonata che “la peggior pace è meglio della guerra”. Intanto l’Ue tentanna su un altro pacchetto di sanzioni e sembra aver smarrito quel senso di unità e compatezza mostrato durante la pandemia da Covid.

Secondo l’ex inviato di guerra Toni Capuozzo, ospite dell’evento “Pace e guerra. Costruire un'alternativa possibile” promosso dall'Università di Pisa, “questa guerra è il più fragoroso fallimento dell'Europa, si parla solo di fornire armi all'Ucraina e di sanzioni alla Russia, l’unico che parla di pace è Papa Francesco”.

Sul palco anche Domenico Quirico de “La Stampa”  che ha ricordato come per il Cremlino le armi nucleari “non siano un deterrente ma un'arma normale per proteggersi” e ha aggiunto: “L’amministrazione americana sta usando il popolo ucraino per eliminare Putin dalla scena internazionale” (a marzo il presidente americano Joe Biden evocò un cambio di regime in Russia salvo poi dire di essere stato frainteso, nda). Enza Pellecchia, direttrice del Centro interdisciplinare di scienze per la pace di Unipi , ha osservato: “E’ intollerabile continuare ad affidare la sicurezza e il mantenimento della pace ad armi di distruzione di massa come le armi nucleari. Oggi se ne parla molto, ma sono decenni che viviamo sotto questa minaccia”.

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