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Giorgia Meloni, Mieli sconvolto dai giornali internazionali: "Mi è preso un colpo"

Giada Oricchio
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Le elezioni politiche del 25 settembre hanno decretato Fratelli d’Italia primo partito in Italia e in quanto tale esprimerà il prossimo presidente del Consiglio, anzi la presidente perché sarà Giorgia Meloni a prendere la campanella dalle mani del premier Mario Draghi e subentrargli a palazzo Chigi. Il verdetto era ampiamente atteso ma, come ha notato Paolo Mieli, sembra aver sorpreso la comunità internazionale.

 

Lo storico e decano dei giornalisti, ospite dello Speciale elezioni 2022 condotto da Enrico Mentana su LA7, lunedì 26 settembre, ha detto: “Stamattina a leggere tutti i giornali del mondo, soprattutto anglosassoni, mi è preso un colpo! Pensavo fossero più preparati a questa eventualità e invece hanno scritto che per la prima volta dall’epoca di Mussolini c’è un governo di estrema destra e che i tempi coincidono con il centenario della marcia su Roma il 28 ottobre”.

Mieli ha sottolineato che Fratelli d'Italia non ha “una parentela diretta” con la marcia su Roma, ma è indubbio che quella sia “la sorgente” pertanto c’è la necessità di fare i conti con noi stessi, con la nostra cultura e con le insufficienze della nostra cultura: “Ogni volta che incontreremo qualcuno di fuori dovremo perdere mezz’ora a parlare di questo e a spiegare come stanno le cose”.

Il direttore Mentana gli ha ricordato che, seppur con minore retaggio storico, era successo già nel 1994 quando il primo Berlusconi aveva al suo fianco Gianfranco Fini, leader di An: “Abbiamo fatto le prove generali. Eravamo insieme in Germania e passavamo il tempo a dire ai nostri colleghi che non era ritornato il fascismo”, “Esattamente questo” ha ribattuto Mieli prima di sottolineare che l’Italia sarà costantemente sotto la lente di ingrandimento: “Ogni volta che ci sarà un problema con l’Europa di carattere bancario, monetario, economico o di politica internazionale, la questione del fascismo salterà fuori. Le classi dirigenti non faranno finta di niente”. Secondo lo storico direttore del Corriere della Sera, Giorgia Meloni è chiamata a un doppio difficile compito: governare in un periodo “da far tremare i polsi” e cercare di presentarsi in una maniera che non sia mai assonante con l’ingombrante passato. 

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