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Piazzapulita, "non sta facendo nulla" L'accusa di Nicola Gratteri al premier Draghi

Federica Pascale
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Intervista di fuoco a Nicola Gratteri, ospite di Corrado Formigli a "Piazzapulita", il programma di approfondimento politico in onda in prima serata su La7. Durante la puntata di giovedì 26 maggio il Procuratore della Repubblica di Catanzaro ha bacchettato il governo Draghi, che a suo dire non starebbe facendo nulla sul piano normativo.

“Il presidente Draghi il giorno in cui si è insediato, poco più di un anno fa, non ha detto una volta la parola mafia – sottolinea Gratteri -. E per tutto l'anno non ha mai toccato questo argomento.” Poi “per una strana coincidenza”, dopo l’ospitata del procuratore da Maurizio Costanzo e da Lilli Gruber, il premier si è presentato alla cerimonia tenutasi a Milano per i trent’anni della Direzione Investigativa Antimafia.

“Non ha detto nulla di nuovo rispetto a quello che sapevamo – afferma il Procuratore -. Noi volevamo che ci dicesse cosa intende fare. Quali norme intende proporre o modificare o migliorare per contrastare le mafie, per contrastare la criminalità organizzata. Cosa intende fare questo governo per velocizzare i processi, per renderli meno farraginosi. Se intende mettere mano alla geografia giudiziaria o ridurre il numero dei magistrati fuori ruolo.” Formigli suggerisce la ministra della Giustizia Cartabia come responsabile di tutte le questioni elencate, ma Gratteri ribatte che il premier dovrebbe vigiliare e chiedere conto dell’operato della ministra visto che “il sistema non funziona e non stiamo vedendo un risultato”.

Una stoccata non da poco, che completa bocciando in toto anche la riforma della giustizia avanzata da questo esecutivo: “Questa riforma non ha assolutamente indebolito le correnti, anzi le potenzierà. Ci saranno due blocchi, di centrodestra e di centrosinistra.” Come sempre dichiarato, Gratteri si terrà fuori da qualsiasi corrente, rimanendo orgogliosamente indipendente nonostante gli svantaggi del caso. Il procuratore si è definito uno “sfigato”, così come lo era anche Giovanni Falcone, perché difficilmente preferito nell’avanzamento di ruoli.

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