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Bruno Vespa difende gli italiani e avvisa Draghi: "Pace o condizionatori? Solo questione di sopravvivenza"

Giada Oricchio
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Bruno Vespa in difesa degli italiani. Il giornalista e conduttore del talk "Porta a Porta", nel suo editoriale per il quotidiano Il Giorno ha provato a ricomporre il puzzle tra la guerra in Ucraina con il Cremlino pronto a sferrare un attacco determinante nel Donbass, l’Occidente e la Nato che armano soldati e civili ucraini per la resistenza e i prezzi di gas, energia e materie prime impazziti come una pallina da flipper.

Ecco, Bruno Vespa scrive: “E noi? Come ci mettiamo noi chiamati dal presidente del Consiglio a scegliere - con una battuta da titolo - tra la pace e il condizionatore? L'Italia è un paese dal fisico fragile. Quando c'è una corrente d'aria, gli altri prendono il raffreddore, noi la polmonite. Si aggiunga che gli italiani sono stanchi. Hanno avuto tre recessioni in dodici anni”.

Lo scrittore sottolinea che la pandemia da Covid stava lasciando il posto a “un rimbalzo formidabile”, ma è arrivata la guerra che si preannuncia lunga. E questo significa milioni di profughi, incertezza sui mercati, risorse concentrate sulla difesa (nazionale o europea che sia) e soprattutto, come sottolinea Vespa: “un’esplosione dei prezzi (cominciata prima della guerra) e del costo dell'energia: rischiano di inginocchiare troppa gente”. 

E così tornando alla domanda del premier Draghi, pace o condizionatori, i sondaggi dicono che “più di un terzo d'italiani se ne buggera della guerra e non vuole che le sanzioni ci ricadano addosso. Gli operai in cassa integrazione delle aziende che rischiano la chiusura, la gente che al supermercato trova rincarati pane e pasta (la dieta dei poveri), finiscono per dare la colpa alla guerra. E allora tra la pace e il condizionatore, la prima rischia assai...”. Insomma, sarebbe una questione di sopravvivenza, non di principi e valori.

 

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