
Il sondaggio su Meloni? Una sentenza per la sinistra che non capisce chi la vota

Adesso è tutto chiaro: la sinistra italiana non capisce chi la vota. Non si tratta di una generica distanza tra politica e cittadini, ma di un problema specifico: il progressismo italiano ha smarrito parte importante del legame con il suo elettorato, non ne comprende i bisogni e non sa rispondere alle sue aspettative. I numeri di Noto Sondaggi lo dimostrano: la richiesta di sicurezza è diffusa anche tra chi si identifica nelle idee della sinistra. Eppure, i suoi leader evitano il tema, lo snobbano o lo riducono a un problema minore. O, peggio: lo scaricano come deriva autoritaria, retaggio dei nostalgici del Ventennio. L’insicurezza, però, non è un’invenzione politica, è una realtà che pesa su chi lavora, su chi vive nelle periferie, su chi vorrebbe maggiore tutela. La «sindrome di Capalbio» è la metafora perfetta di questa cecità: una sinistra troppo chiusa in sé stessa, più preoccupata di mantenere un certo tono intellettuale che di comprendere la vita quotidiana del suo stesso popolo. Mentre Lega e Fratelli d’Italia intercettano paure reali e le trasformano in consenso, il centrosinistra si rifiuta di guardare le cose come stanno davvero.
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Con il Decreto Sicurezza 2025, il tema torna prepotentemente al centro del dibattito. Il provvedimento introduce misure più severe contro l’occupazione abusiva delle case, nuove aggravanti per i reati commessi nei pressi di stazioni e metropolitane, e una stretta sulle manifestazioni. La destra ha colto l’opportunità per rafforzare la propria narrazione sulla sicurezza, mentre la sinistra si è limitata a contestare il decreto senza proporre alternative credibili. La conferma arriva dalla manifestazione per Gaza del 7 giugno. Se il tema internazionale ha una sua rilevanza, è chiaro che questa priorità non rispecchia le urgenze degli elettori (tutti). Il risultato? Una frattura evidente tra la sinistra del Nazareno e chi, nonostante tutto, continua a sostenerla alle urne (con l’aggiunta dello “sganciamento” di Renzi e Calenda).
Cerco un centro sociale permanente
Film come Come un gatto in Tangenziale di Paola Cortellesi hanno mostrato l’Italia delle contraddizioni e delle periferie, quella lontana dai salotti e dalle discussioni accademiche. Ma a sinistra il messaggio non attecchisce: si continua a volare troppo alto, mentre i cittadini affrontano problemi concreti, tra bollette salate e quartieri spesso difficili da vivere. Ora però sono i numeri che parlano: quella che leggiamo qui, oggi, è una sentenza, non un’opinione.
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