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Cerno: di green nell'Ue restano solo le divise

Tommaso Cerno
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Ma dove sarà mai finita quell’Europa delle grandi priorità, culla dell’Occidente moderno che progettava il futuro di un pianeta migliore alla faccia dei sovranisti, fascisti e gufi che ripetevano che qui le cose non tornano, che non ci sono i soldi, che l’austerity sta uccidendo l’intera classe media su cui si fondava la democrazia occidentale? Dove sono i tappi di bottiglia che non si staccano, le farine di grillo e i forni per la pizza senza la legna, quell’orrore antico che consuma la natura? Dove sono le risoluzioni geometriche sulla calvinizzazione dei felspati e sulla batracomiomachia del trattato di sticazzi? Dev’essere stato quel matto di Donald Trump a darci una bella svegliata. Visto che in poche ore stiamo parlando di riarmo, di scudi nucleari, di esercito comune, di truppe al fronte ucraino per fermare l’avanzata dello zar filosovietico Putin, di dazi, di controdazi, di debiti e soprattutto non stiamo più parlando di quella stramaledetta rivoluzione green finanziata dalle multinazionali che pagano perfino dei ragazzini deficienti per imbrattare i monumenti. Bastava ascoltare chi usava un po’ di buon senso. Non serviva fare tutto di botto. Perché oggi di green qui mi pare rimangano solo le divise dei nostri soldati.

 

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