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Cerno su Basovizza: il silenzio peggiore di quell'odio

Tommaso Cerno
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Ieri Il Tempo aveva aperto il giornale con il titolo «I compagni delle foibe». Avevamo sentito dal sottosuolo della politica emergere l’odio proprio da quella sinistra che non solo non si è mai scusata per avere indossato gli stessi colori, gli stessi simboli, le stesse parole d’ordine dei criminali comunisti titini che hanno assassinato migliaia di innocenti. Ma che ha usato un monumento nazionale dell’Italia e il dramma degli esuli e degli infoibati per farsi propaganda politica da quattro soldi nel silenzio assordante dei leader del Pd Elly Schlein e del M5S Giuseppe Conte. Qualcosa di cui vergognarsi. Basta solo pensare che sono gli stessi che vanno denunciando crimini di guerra ogni volta che possono presentare un’interpellanza per attaccare il governo di Giorgia Meloni. Gli stessi che si sono schierati con i terroristi di Hamas contro gli ebrei d’Israele. Peccato che le foibe siano il vero crimine di guerra taciuto in questa Repubblica per 60 anni. E che aveva trovato con grande fatica un’unità nazionale e un giorno, il 10 febbraio, per il ricordo di tutti. Se lo scrivano da qualche parte che chi protegge stermini e boia sono quelli della scritta a Basovizza e quelli che hanno taciuto.

 

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