
Altarini e bugie della sinistra pro clandestini

Le famose mani nella marmellata pare ce l’abbia messe il tesoriere del Pd campano, accusato di aver gestito un business di falsi permessi di soggiorno. E così Nicola Salvati, che sui cartelloni elettorali sfoggiava una bella faccia e un bel sorriso, viene sospeso in fretta e furia dal partito di Elly Schlein. Una toppa che mostra ancor di più certi altarini che una sinistra impegnata contro Benito Mussolini anziché occuparsi dell’Italia di oggi finge di non vedere. E cioè che i clandestini sono un business per un sacco di gente. E chi li difende alimenta questo business. Una doppia morale che si riverbera nell’incredibile polemica sull’idea forzista di ridare al Parlamento un’immunità che impedisca a un singolo pm di distruggere una carriera politica prima di una condanna.
Non bloccano gli sbarchi, solo il Parlamento: la sinistra che tifa invasione
Ognuno la pensi come vuole sul tema, come dice Tajani va discusso, ma che sia il partito di Salis a protestare, anziché chiedere la revoca immediata dell’immunità per la sua onorevole occupatrice di case rasenta il ridicolo. Come i nuovi testimonial dei migranti pescati dalla rete di Baobab, di cui oggi racconta Il Tempo.
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