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Cantieri piazza Venezia, un irrimediabile disastro Capitale

Davide Vecchi
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Credevo che il disastro Capitale scaturito dall’avvio dei cantieri in piazza Venezia, fosse dovuto alla negligenza del Campidoglio di attuare un piano alternativo per la viabilità. Una dimenticanza, diciamo. Per quanto sia difficile pensare che chiudere uno snodo fondamentale per l’intero centro storico come piazza Venezia non avrebbe causato il caos.

 

Ieri mattina, per dire, la coda in entrata a Roma partiva da Pignatelli, un serpentone di auto lungo 11 chilometri. Era, appunto, facilmente prevedibile. Ma ieri abbiamo scoperto che il problema non è la dimenticanza di intervenire preventivamente ma proprio la capacità di individuare una soluzione, una alternativa alla viabilità. La riunione convocata dal sindaco Roberto Gualtieri con grande urgenza ieri, infatti, ha partorito come correttivi il nulla: una svolta obbligata, la fermata Atac spostata di qualche metro, semafori più rapidi e la presenza massiccia di vigili (quindi esistono davvero?).

 

Il piano d’intervento è talmente urgente da entrare in vigore subito? Macché, solamente da venerdì. Con calma. Cari romani, cari turisti, soffrite altri due giorni. E continuerete pure dopo. Oggi Gualtieri ha dei privilegi che pochi prima di lui hanno avuto, forse nessuno: poteri speciali per il Giubileo e stanziamenti per oltre 13 miliardi in cinque anni. Un tesoro. Che ci auguriamo sappia usare meglio dei piani per la viabilità.

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