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Vannacci e non solo, Paragone: la destra reagisca alla colla tossica di Repubblica

Gianluigi Paragone
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Com’era prevedibile Repubblica è passata alla fase due: avvelenare i pozzi. È fin troppo ovvio che alla truppa comandata da Maurizio Molinari non interessa nulla del pensiero di Gianni Alemanno ma ha fatto leva sulla sua legittima ricerca di visibilità per seminare zizzania all’interno di Fratelli d’Italia. Sono anni che Repubblica si erge a moralizzatore del Bene, del Giusto, del Corretto e cose del genere. E francamente ha rotto. Lo fa montando pseudo-inchieste giornalistiche, dagli hacker russi che stravolgono la politica in Italia ai rubli destinati alla Lega, dal pericolo fascista a quello razzista sempre in agguato. L’ormai bestseller del generale Vannacci fa parte del campionario: «Il Mondo al contrario» non è un libro e basta, per loro è «un libro omofobo e razzista». Secondo la Schlein «La Costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano», il che è un falso clamoroso: le opinioni - fintanto che non rappresentano un reato e nelle frasi di Vannacci non c’è alcun reato - sono tutelate dalla Costituzione anche se possono non piacere.

 

Crosetto, per la fretta di apparire credibile e «patentato» agli occhi del Partito di Repubblica, ci è cascato dentro. E mi dispiace perché conosco il gigante Guido e so quante ne ha passate per esprimere idee diverse da quelle dominanti. Gli riconosco pertanto la buonafede ma ha sbagliato. La comunità che ha votato Fratelli d’Italia e Lega (ottima l’uscita di Salvini) può pazientare se le tasse non si abbassano subito, può persino comprendere se sull’immigrazione i numeri non sono quelli che ci si aspetta, ma nessuno è disposto a tollerare che il Partito di Repubblica comandi il gioco.

 

La destra non ha bisogno di altre patenti se non quella che il popolo elettore ha già concesso. Se a Repubblica con tutte le sue propaggini pseudoculturali non va bene se ne farà una ragione. Le tesi di Vannacci hanno tutto il diritto di essere espresse, persino nella forma ruvida con cui le ha espresse. Rappresentano una visione politica che non è impura o peccaminosa, è una visione contro un mondo che fanno girare al contrario. Punto e basta. Il vero problema sta nel fatto che Repubblica si allarga perché nessuno da destra contrasta culturalmente: quel Giuli che dirige il Maxxi dopo le polemiche per le parole di Sgarbi, in serata con Morgan, si è eclissato e fa notizia perché il museo si fa discodance. Gli avevo proposto la presentazione del mio libro «Moderno sarà lei», ma ha avuto paura. E la Rai? Non ho capito come intendano contrastare l’impatto del mondo Barbie: con quale palinsensto? Dando in appalto l’anti Report alla società della moglie dell’ex braccio destro di D’Alema? A me sembra che tutti abbiano paura di essere giudicati da Repubblica. Ecco perché Vannacci diventa un simbolo, perché non molla di un millimetro e ci mette la faccia. 

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