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Don Ciotti sbaglia, le mafie si sconfiggono

Davide Vecchi
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Provo profonda stima e rispetto per don Luigi Ciotti ma con ancor maggior intensità credo negli uomini e nello Stato. E proprio come don Ciotti so che le mafie si possono sconfiggere ed è quindi un dovere combatterle in ogni forma e con ogni sforzo possibile. Per questo ritengo che la frase del fondatore di Libera, per quanto a effetto, sia una sorta di resa. Sostenere che il ponte sullo Stretto non unirà due coste - Calabria e Sicilia - ma due cosche 'ndrangheta e mafia - è, a mio avviso, una ammissione di sconfitta. Equivale a certificarne non solo l'esistenza ma la supremazia sullo Stato che viene dunque disegnato come incapace di fronteggiarle. Inutile dunque tentare? No. Affatto. Il messaggio è totalmente sbagliato. Intanto perché in Calabria e Sicilia esistono migliaia di persone, uomini e donne, che da sempre lottano contro le mafie. E anche grazie a Libera si sono sentite e si sentono affiancate, sostenute. Ora dobbiamo forse abbandonarle? Dire loro di mettersi l'anima in pace e accettare che le mafie non solo esistono ma hanno vinto e vinceranno, quindi è inutile tentare di scalzarle? Chiaro: il ponte sullo Stretto porterà un fiume di denaro in territori poveri e resi poveri dalle mafie che si alimentano grazie proprio all'assenza dello Stato e di lavoro. E sta già portando opere ferroviarie e stradali importanti affinché il ponte non sia solo una cattedrale nel deserto ma raggiunga a pieno il suo motivo di essere: collegare in modo rapido la Sicilia e, più in generale, il Sud.

Questo alla criminalità organizzata fa paura. Perché equivale a ricchezza per i cittadini, lavori dignitosi e regolari, maggior presenza di controlli e dello Stato. È dunque doveroso tentare e crederci. Perché altrimenti significa arrendersi. Fa specie inoltre la superficialità per cui ad ampio raggio si attacca l'opera esclusivamente perché a portarla avanti con tenacia sia Matteo Salvini, oggi ministro delle Infrastrutture. Il segretario della Lega può piacere o meno ma l'oggetto della discussione non è e non dovrebbe essere neppure il ponte sullo Stretto ma è la lotta alle mafie e la domanda vera è solamente una: lo Stato avrà la forza e le capacità di sfruttare questa importante opera per far valere la sua presenza e sconfiggere definitivamente le mafie? Secondo me sì. E, comunque, è un dovere tentare.

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