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A voi i grilli a noi la bistecca non sintetica

Santi Bailor
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Antipasto di grilli. Spaghetti di farina di grillo. Secondo di carne sintetica. Vino no, perché una nota immunologa sostiene che chi beve abbia il cervello più piccolo. L’acqua? Sì, ma poca perché c’è la crisi idrica e non si può mica essiccare il mondo. Diciamolo chiaro: se questo è il menù amato dai progressisti e che ci aspetta nel futuro, non ci piace. E non ci stiamo. Amiamo gli antipasti di salumi e di pesce, crudi e cotti, gli spaghetti di grano, la bistecca fiorentina vera - non sintetica - il vino che vien fuori dalle uve e l’acqua, in abbondanza. Egoisti? No.

Uomini liberi e civilizzati che non accettano il ricatto del senso di colpa a tavola. E soprattutto non accettano l’ideologia nel piatto. A tavola, infatti, per chi ha avuto la fortuna di nascere in Italia non va in scena un’abbuffata o il mero sostentamento del mangiar per vivere ma si vive una tradizione, un’identità legata al territorio, un gusto, una storia, un’esplorazione dei sapori che sinora non ha mai previsto grilli gourmet o carni sintetiche.

Riflessione ovvia ma necessaria: se finora non sono mai stati previsti, ci sarà un motivo! Sì, c’è. Eccome. Il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach sosteneva che l’uomo è ciò che mangia e nel farlo non descriveva un mero meccanismo di sopravvivenza bensì la profondità morale e umana, materiale e spirituale, che il mangiar bene fa pensar meglio l’uomo. Certo, il miliardario Bill Gates sostiene che i Paesi ricchi dovrebbero mangiare carne sintetica al 100 per cento e che ci si può abituare alla differenza di gusto, con il tempo. Contento lui, lo faccia. Ma diciamo la verità, nello scegliere rispetto alla filosofia dell’essere e della vita, voi - cari lettori - chi preferite? Feuerbach o Gates? Noi il primo, e con lui una bella bistecca non sintetica. Buon appetito.

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