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Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e la politica in sala d'attesa

Santi Bailor
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D'accordo, l'ex grillino e ora insiemista per il futuro, Luigi Di Maio, ha incontrato il sindaco politicamente corretto e democratico di Milano, Beppe Sala. Va bene, il leader di quel che resta (assai poco rispetto alle promesse di partenza) dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha visto il premier Mario Draghi facendo sapere al popolo italiano che loro - i grillini - resteranno al governo ma che serve discontinuità. Da cosa, vien da chiedere visto che rispetto al programma M5S delle origini più che alla discontinuità siamo al girotondo (all'incontrario) intorno ad un totem che non esiste più: l'anticasta. E qui la domanda si aggiunge spontanea. Anzi, le domande.

 

 

Quale è il progetto politico del Di Maio? E quello di Beppe Conte? Cosa vogliono per gli italiani e le italiane su costo della vita, libertà individuali, politica internazionale, fisco, immigrazione, sostegni, lotta alla criminalità, obblighi sanitari e scelte libere? Quando Di Maio e Conte metteranno nero su bianco la loro idea dell'Italia, al di là del rapporto di simpatia o di antipatia con Mario Draghi, ebbene a quel punto usciranno finalmente dalla sala d'attesa in cui aspettano. Un limbo che traccia la differenza tra lo stare soltanto al governo (od all'apposizione) e l'essere un (vero) leader politico.

 

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