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Conte bis, lo zoo della fiducia in Senato

Silvia Sfregola
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L'aula del Senato ha votato la fiducia al governo con 169 sì, 133 no e 5 astenuti (i tre annunciati delle autonomie più il pentastellato Paragone e il dem Richetti). Tra i sì quelli di Merlo e Cario del Maie e degli ex M5S (ora al Misto) Nugnes e De Falco, mentre sono risultati assenti il pentastellato Ciampolillo e De Bonis (ex M5S) del Misto. Tra i senatori a vita non hanno preso parte al voto Piano (assente), Napolitano e Rubbia (entrambi per congedo), mentre hanno detto sì alla fiducia Cattaneo, Segre e Monti. Nel corso delle dichiarazioni di voto, il senatore M5S Gianluca Perilli ha espresso il sì del proprio gruppo rivolgendosi così alle opposizioni: «Avete parlato di un matrimonio forzato. Avete parlato di persone. Avete parlato di nemici. E guardate quanto è importante il linguaggio che si utilizzerà d'ora in poi. Voi avete considerato delle persone, che adesso stanno lavorando e che dovrebbero lavorare con voi, con la vostra opposizione costruttiva, a una nuova visione di Paese, come dei nemici. È un lessico. Il discorso del presidente Conte riparte da un nuovo linguaggio». Per Fratelli d'Italia, invece, Luca Ciriani ha motivato la sfiducia assicurando alla maggioranza: « Vi sfideremo a viso aperto sul merito delle cose. E faremo sentire le ragioni della nostra protesta e la forza delle nostre proposte in piazza, in Parlamento, in Senato, ovunque sarà possibile, finché - speriamo quanto prima - la parola finalmente tornerà agli italiani». La presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini ha invece spiegato: «Vigileremo sempre. Diciamo no nell'interesse del Paese. Diciamo no ed è più che sufficiente: un no semplice ma fermo».

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