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La maison Gattinoni veste la Madonna del Carmine

Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni

Katia Perrini
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La Maison Gattinoni veste la Madonna del Carmine con una creazione - simbolo contro la violenza sulle donne - che si potrà ammirare sabato 21 luglio, alle 17.30 nella Chiesa di Sant'Agata in Largo San Giovanni de Matha, 9 a Roma in occasione dei solenni festeggiamenti in onore della Santa Vergine. Guillermo Mariotto, dal 1993 direttore creativo della Maison Gattinoni, è un uomo di fede profonda, devoto alla Vergine Maria che considera simbolo di protezione. Il designer è da sempre particolarmente legato al misticismo, di sua creazione i paramenti sacri donati a Sua Santità Benedetto XVI nel 2007. Ecco allora l'omaggio alla Madonna del Carmine, custodita nella Chiesa di Sant'Agata a Roma.  Ed è proprio in occasione dei solenni festeggiamenti in onore della Santa Vergine che il couturier realizza le nuove vesti per la cinquecentesca statua in legno di cedro del Libano. Ecco il candido ieratico abito in crepe cady di seta, ricco di dettagli e ricami con simbologie mariane realizzati a filo in due nuance color oro. La creazione, dominata dal ritmo di panneggi, racchiude una alternanza di pieghe che evocano architetture celestiali. Virtuosismi sartoriali, che prevedono oltre duemila ore di lavoro, il tratto distintivo dell'alta moda italiana. Il colore rosso carminio della bordatura della veste è interamente ricamata con cristalli. Il rosso come simbolo delle atroci violenze subite dalle donne. Il collo è adornato da ricami e da infinite minutissime pieghe cucite a mano in rilievo una ad una.  Nervure  come preziosi decor. Il mantello della Vergine, realizzato in velluto di seta rosso carminio, è completamente ricamato con migliaia di micro cristalli, fili di oro zecchino e dapka. Un tripudio di rose, di stelle, di soli, di lune, di piccole ruote e di passerotti. Elementi della simbologia mariana che illuminano l'intera creazione. Sul capo poggia una corona, simbolo di regalità e devozione, frutto del lavoro artigiano di Gianni De Benedittis, orafo salentino. Realizzata in argento, con incisioni raffiguranti il giglio araldico stilizzato, emblema di castità e purezza per la simbologia mariana. Rubini cabochon sono incastonati nelle tessere che compongono la preziosa corona, rifinita da un bordo in argento martellato. Sulla cinta della veste è impressa una scritta come un grido di dolore: Homines dolent violentia adversus mulieres. Simbolo dell'umanità intera che vive in una coltre di sofferenza per la costante violenza subita dalle donne, ogni giorno nel mondo. Ed è cosi che le sapienti mani, strumenti di lavoro artigianale, creano opere che diventano preghiere.    

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