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Mattarella ha l'incubo Paragone? Ma va'...

Secondo molti media il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avrebbe quasi voluto non firmare la legge che istituisce una nuovca commissione di inchiesta sul sistema bancario perché terrorizzato che possa guidarla Gianluigi Paragone. Mi sembra una fake news, e credo che l'ultimo degli incubi del Capo dello Stato possa essere il pure vivace Paragone. Ma la commissione di inchiesta è necessaria. Quella della passata legislatura fu vanificata da troppi conflitti di interesse e anche da interessi politici di parte, come quello di Renato Brunetta, che la spostò su temi che non c'entravano nulla come il complotto del 2011 per fare cadere Silvio Berlusconi (a causa di quello spread e di quelle agenzie di rating fino a un anno fa messe nel mirino, oggi improvvisamente santificate). Ma c'è una ragione in più per tornare a rileggere le vicende bancarie di questi anni, ed è la sentenza del Tribunale europeo che ha condannato la commissione Ue e in particolare il commissario anticoncorrenza Marghrete Vestager per avere impedito all'Italia di salvare le piccole banche in crisi con il Fondo interbancario di garanzia. Con quell'atto illegittimo si cercava di provocare in Italia una crisi sistemica? Ecco, la commissione di inchiesta alla luce dei nuovi fatti (quella vecchia ha tratto conclusioni evidentemente superate dalle novità) non solo è opportuna, ma indispensabile.

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