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Baristi con la mascherina: "Era solo una provocazione"

Il titolare: volevamo sdrammatizzare la psicosi del Coronavirus

Alessandro Austini
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Come sospettato, si trattava di una provocazione. I baristi del "Caffè Romano" di via Principe Amedeo all'Esquilino hanno servito i clienti indossando mascherina e tuta medica, in piena psicosi mondiale per la diffusione del temuto Coronavirus. A maggior ragione in una zona come l'Esquilino notoriamente popolata da tante persone di nazionalità cinese. Il video della scena è diventato virale e ha causato parecchie proteste, ma ci pensa Andrea Lucidi, titolare del bar, a spiegare tutto: «L'ho fatto per dare un messaggio anche a quei giornali che titolano "l'Esquilino trema", è una follia, qui non trema nulla proprio, e noi volevamo solo aiutare». Il video ha fatto il giro delle chat della comunità cinese di Roma, che ha deciso di boicottare il bar. «Da ore - spiega ancora Lucidi - tirano dritto e non entrano a prendere il caffè perché si sono offesi. Al bar non viene più nessuno, stiamo con i bicchieri di plastica usa e getta. Una follia». Lucidi non è nuovo a iniziative provocatorie. Nel 2011 si diffuse la psicosi di un imminente terremoto nella Capitale e il barista si presentò al bancone con il caschetto in testa. «Mi piace sdrammatizzare - chiude - adesso dovrò indire la giornata gratis al bar per i cinesi per rimediare».

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