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Il manuale dell'Isis: Uccidete gli infedeli col coltello

La prima pagina dalle rivista filo-Califfato Rumiyah

Francesca Musacchio
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Uccidere con il coltello è la via migliore per far soffrire gli infedeli. L' Isis parla ancora ai suoi seguaci sparsi in Occidente. Fornisce consigli e suggerimenti su come mettere in campo azioni terroristiche senza il supporto di un'organizzazione o di una cellula. Niente kalashnikov o bombe, spiega lo Stato islamico nel secondo numero di Rumiyah (Roma), la nuova rivista disponibile online, basta un coltello per compiere il volere di Allah. Del resto la copertina del magazine è abbastanza eloquente, con la foto di una grossa lama insanguinata. In questo numero il gruppo terroristico tenta di minimizzare le sconfitte militari in Siria e Iraq e sposta l'attenzione su altri temi. L'obiettivo, fuori dal campo di battaglia, rimane sempre quello di uccidere quanti più infedeli possibile, con ogni mezzo. Le 38 pagine di terrore sono in Rete da qualche giorno e l'accoltellamento dei due agenti avvenuto ieri a Bruxelles potrebbe essere stato ispirato proprio dal manuale. Secondo gli inquirenti esisterebbero legami tra il 43 enne responsabile dell'aggressione e l' Isis. La possibilità che abbia letto e messo in pratica gli insegnamenti riportati nel magazine, dunque, esistono e sono la dimostrazione di quanto sia importante e persuasiva la propaganda che il Califfato porta avanti da tempo utilizzando Internet. Per combattere «in nome di Allah clemente e misericordioso», infatti, non è necessario recarsi in Siria. Non serve nemmeno essere «un militare esperto o un maestro di arti marziali, o addirittura possedere una pistola o un fucile per realizzare una strage o uccidere e ferire molti miscredenti e terrorizzare un'intera nazione. Basta solo pianificare bene cosa fare e avere fiducia in Allah». «Quando si sceglie un coltello - si legge - si deve prendere in considerazione la forza della lama e il manico, e cercare qualcosa di maneggevole. Inoltre, lame seghettate o parzialmente seghettate rendono migliori i coltelli per il combattimento». E ancora: «È sconsigliato usare coltelli da cucina perché sono poco prestanti per uccidere». E poi, nelle pagine di Rumiyah vengono spiegate anche le modalità di attacco: «È proprio come dare la caccia alla preda - aggiunge la rivista - Quando si procede all'operazione di uccisione con il coltello, non è consigliato individuare il bersaglio all'interno di grandi raduni o aree eccessivamente affollate, perché ciò presenta uno svantaggio e rende più difficile il raggiungimento dell'obiettivo delle uccisioni». Quindi, come fare? La vittima è da «individuare in gruppi più piccoli». Meglio se si tratta di «un ubriaco che cammina da solo, qualcuno che passeggia in un parco da solo, meglio ancora se si è in prossimità di locali notturni dove vanno le persone dissolute». E infine, ciò che non bisogna mai dimenticare è di «rivendicare sempre l'azione». Quest'ultima raccomandazione serve per evitare che l'operazione «possa essere scambiata per una delle tante azioni violente che affliggono l'Occidente», Ecco perché «è indispensabile lasciare una sorta di prova» che chiarisca il motivo di quanto accaduto e l'appartenenza al Califfato di chi l'ha compiuta. Può essere usato anche qualcosa di semplice, come «un biglietto attaccato al corpo della vittima o un testamento finale» se l'azione sarà compiuta da un kamikaze. Insomma, un vero e proprio messaggio ai «lupi solitari» e non solo. Chiunque vuole portare avanti il jihad ha modo di farlo in assoluta autonomia. Perché «l'obiettivo generale di qualsiasi operazione» è quello di «portare l'orrore e la paura» tra i nemici di Allah, per ricordare che «i loro sforzi per fare la guerra contro l'Islam e i musulmani» serviranno solo «a portare altri mujaheddin in mezzo a loro, pronti a colpire senza pietà» nelle loro terre. Agli inizi di settembre è stato pubblicato il primo numero di Rumiyah, proprio a seguito della morte di Abu Mohammed al-Adnani, il portavoce dell' Isis. La copertina era dedicata alla sua figura e nelle pagine interne era lampante il riferimento alla conquista di Roma e Costantinopoli, anche se alcuni articoli non erano del tutto inediti. Già nella prima uscita era presente l'invito rivolto ai lupi solitari ad uccidere i crociati ovunque si trovino, ma il riferimento all'Occidente era palese. L' Isis si affida dunque a questa nuova pubblicazione, rendendola disponibile in otto lingue, tra cui inglese, turco, russo, ma anche tedesco, indonesiano e francese.

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