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Raid Casamonica. Pestano un barista e prendono a cinghiate una disabile

Entrare in un bar della capitale e non essere serviti subito è un affronto troppo grande per due appartenenti alla famiglia dei Casamonica che, per riportare il "rispetto dovuto" nei loro confronti, hanno prima aggredito il barista che si era azzardato a servire altri prima di loro, e poi con una ferocia inaudita hanno preso a cinghiate e calci al petto, una giovane ragazza disabile, l'unica che è intervenuta a difesa del gestore del bar in via Salvatore Barzilai, zona Romanina. Le violenze risalgono al 1° aprile scorso, giorno di Pasqua quando sia il barista che la ragazza disabile sotto gli occhi di tutti sono stati vittima di un feroce pestaggio e minacce di morte. Nessuno infatti ha mosso un dito per mettere fine a quell'assurda aggressione, ma il motivo è semplice: la zona in cui è situato il locale, teatro dell'aggressione, è un quartiere in cui i Casamonica se la comandano e nessuno dei residenti vuole correre il rischio di avere a che fare con loro. A conferma di questo la testimonianza del barista che riporta come motivo della violenza il fatto che i due Casamonica rivendicavano la "titolarità" del loro territorio. I due aggressori dopo aver distrutto il locale, come se niente fosse si sono poi tranquillamente allontanati a bordo di una Ferrari nera e una Volkswagen Golf bianca. Poche ore dopo dello stesso giorno, la giovane e coraggiosa disabile ha comunque avuto il coraggio di sporgere denuncia agli agenti di polizia del commissariato Romanina, gli stessi che erano immediatamente intervenuti sul posto al momento del pestaggio. Il gestore del bar, un romeno di 39 anni, era stato picchiato così violentemente da dover ricorrere alle cure presso il vicino policlinico di Tor Vergata.

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