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Il gran ritorno di Wolfenstein in epoca next-gen

Wolfenstein

Si ispira al classico del '92 "Wolf 3D"

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Nel lontano 1992, prima ancora che capolavori come Doom e Quake venissero ideati, la iD Software lanciò sul mercato Pc il prototipo degli sparatutto in prima persona: "Wolfenstein 3D". Protagonista del gioco era B.J. Blazkowicz, soldato americano pronto a tutto, pur di fermare i piani di distruzione orchestrati da Hitler e dai suoi generali. Oggi, a più di vent'anni di distanza e dopo una serie di sequel e reboot poco appassionanti rispetto all'originale, il marine più famoso della storia dei videogiochi è pronto a imbracciare nuovamente le armi per sfidare il Reich in un'ambientazione tutta nuova. Questo è Wolfenstein: The New Order, nuovo titolo della serie disponibile su Pc, Xbox One, Xbox 360, PS4 e PS3. Dal punto di vista della trama il titolo scombussola i canoni narrativi della serie storica per ripartire da zero. Al centro della scena c'è sempre l'eroico marine Blazkowicz e i fatti di questo vero e proprio “reboot” hanno inizio nel 1944, con il contingente degli alleati in netta difficoltà a tener testa alla macchina da guerra nazista.   Il gioco firmato "MachineGames" presenta fin da subito un'ucronia ben caratterizzata, mescolando le suggestioni belliche del secondo conflitto mondiale con una leggera ossessione per il "dieselpunk", che qui si manifesta nella forma di enormi macchine da guerra, segugi meccanici e spietati robot da battaglia. Gli eventi prendono una piega inaspettata dopo la lunga introduzione che porta ai titoli di testa: infatti il protagonista rimane quasi ucciso da una scheggia metallica nel cervello e finisce in uno stato catatonico per ben sedici anni. Quando si risveglia, in un manicomio polacco, è il 1960: i nazisti hanno vinto la guerra, esteso il proprio dominio su tutta l'Europa e portato avanti il loro folle progetto di purificazione razziale, nei campi di lavoro così come nei folli esperimenti genetici degli scienziati del Reich. Blazkowicz non si dà per vinto e parte alla volta di Berlino, convinto di poter resuscitare una resistenza ormai stramazzante, liberando i dissidenti dalle prigioni di stato. Comincia così la storia di rivalsa del sergente e dei suoi compagni: un racconto lungo e intenso, scritto in maniera veramente eccezionale che mette in evidenza le atrocità di una società dominata dal mito della razza pura. Nel corso dell'avventura ci sono scene veramente forti, che colpiscono come un pugno allo stomaco, ma c'è anche la retorica del soldato di ferro, nato per ammazzare i nazisti e seminare distruzione. Queste due linee narrative si combinano in una strana “esaltazione vendicativa” in stile "Bastardi Senza Gloria". Tuttavia le sorprese di The New Order non si fermano al solo comparto narrativo. Infatti anche in termini di gameplay, gli sviluppatori sono riusciti a portare una ventata di freschezza nel genere, strizzando l'occhio alla semplicità dei migliori titoli anni '90: al contrario di altri sparattutto più recenti, che permettono al giocatore di usare solo due armi per volta, Blazkowicz ha sempre con sé un arsenale da cui attingere in ogni momento e a seconda delle necessità. Scompare poi la salute auto-rigenerante, un must degli sparatutto in prima persona contemporanei, sostituita da una barra della vita che andrà ricaricata con i cari vecchi medikit e un'armatura da fortificare con giubbotti antiproiettile ed elmetti da recuperare sul campo. Spazio anche alle uccisioni silenziose, con diverse sezioni del gioco affrontabili senza sparare nemmeno un proiettile. La scelta di un approccio anche stealth è una meccanica che aiuta a spezzare la monotonia e offre nuove sfide anche per i più esperti. La giocabilità è immediata e accessibile a tutti anche se, vista la quantità di violenza presente su schermo e le tematiche forti, The New Order non è certo un titolo pensato per i più piccoli. Alla fine delle circa venti ore necessarie per completare l'avventura principale (cercando tutti i collezionabili e giocando al massimo livello di difficoltà), sarà davvero facile sentire la voglia di ripartire da capo, solo per scoprire come cambierà il racconto dopo la scelta scellerata che il giocatore dovrà compiere nei primi momenti di gioco. Proprio per questo la presenza di due “cronologie” distinte e parallele rappresenta un tocco di classe in un titolo davvero coinvolgente.   The New Order mostra di essere un prodotto con gli attributi anche per quanto riguarda la caratterizzazione dei luoghi, dei dialoghi e di tutto ciò che circonda il giocatore. L'ombra minacciosa dello strapotere nazista trasuda da ogni manifesto appeso alle pareti, nelle conversazioni che si riescono ad origliare, nelle dissertazioni filosofiche dei compagni e persino nella ragnatela di testi, lettere e ritagli di giornale. Tutto questo è il marchio di un lavoro creativo inesauribile, perfetto per costruire una storia alternativa, credibile e dura, che fa concorrenza alle più grandi produzioni cinematografiche. Una cosa è certa: The New Order è un titolo che vuole a tutti i costi distinguersi dalla massa, anche a costo di rinunciare alla modalità multiplayer online, come deciso dagli sviluppatori "MachineGames". Una scelta che mette ancora di più l'accento sulla forza della storia e dei personaggi di questo gioco, con il protagonista B.J. Blazkowicz che abbandona definitivamente la piattezza delle origini per diventare un eroe a tutto tondo. Dal punto di vista tecnico, Wolfenstein: The New Order gira sempre e fedelmente sui 60 fps e la fluidità d'immagina ne è la riprova. A livello grafico il titolo si attesta su di un buon livello, anche se alcune piccole sbavature e la mancanza di quel qualcosa in più, macchia il candore di una produzione forte e ben realizzata. Per ciò che riguarda il doppiaggio, l'interpretazione degli attori è comunque sempre espressiva, la qualità recitativa più che buona e la scelta delle voci sempre adeguata. La colonna sonora ha un paio di brani che, forse proprio perchè sono legati a momenti epici e toccanti, tendono a restare impressi nella mente del giocatore, ma in generale le musiche sono sempre in sintonia con ciò che accade sullo schermo. Tirando le somme, Wolfenstein: The New Order ha il pregio di reinventare un grande classico senza strafare, ma catapultandolo con coscienza in un epoca dove gli shooter non hanno vita facile. Non giocarlo sarebbe davvero un errore.   GIUDIZIO GLOBALE: GRAFICA: 8,5 SONORO: 9 GAMEPLAY: 9 LONGEVITA': 9 VOTO FINALE: 9

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