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Pio Cesare, il Barolo è una storia di famiglia

Paolo Zappitelli
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"I nostri vini? Si riconoscono perché hanno uno stile di famiglia".  E' la definizione più giusta quando ci si avvicina alla cantina Pio Cesare, un vero e proprio "monumento" dell'enologia italiana, una delle famiglie più antiche che dal 1881 si sono messe a "fare" Barolo in quel di Alba. Oggi sono arrivati alla quarta generazione con Pio Boffa che guida l'azienda insieme al nipote Cesare Benevenuto e la figlia Federica che si è voluta dedicare completamente al mondo del vino. Settecento in tutto  gli ettari vitati, con l'ultima acquisizione nel 2013 di 10 ettari a Monforte d'Alba, e circa 400 mila le bottiglie prodotte. Non solo Barolo ma anche Barbaresco e uno Chardonnay "Piodilei" proposto in una degustazione all'hotel de la Ville a Roma. L'annata è la 2015, molto profumata al naso di frutta gialla, fiori, miele con una buona sapidità e una spalla acida interessante. Ma il grosso della produzione, circa 60 mila bottiglie, è dedicata al Barolo. Si inizia con due annate del barolo Mosconi, praticamente dei cru, provenienti da due sole vigne, 2015 e 2016. Entrambe molto equilibrate, con tannini morbidi, ma più convincente la 2016 che sarà messa in commercio da fine settembre. Diverso, anche se in linea d'aria le vigne distano non più di 250 metri, il Barolo Ornato da una selezione di uve Nebbiolo proveniente da tre microzone a Serralunga. Il 2009 si presenta con un bel naso di frutta matura e tannini eleganti con un finale molto lungo. Il Barolo classico 2000, anche questo prodotto da più vitigni di proprietà, è un vino perfetto che ha la forza di poter invecchiare ancora. Infine in degustazione sono stati portati due Babaresco. Il primo, il Bricco 2010, con una produzione di 6000 bottiglie, con una buona struttura e un naso di spezie e frutta matura mentre il Classico 2007 risulta anche più convincente: buona sapidità e un finale persistente e molto lungo.

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