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"Troppo amico della Cina". Tradizionalisti in rivolta contro Papa Francesco. Verso l'esilio per padre Georg

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Non c'è pace in Vaticano. La scomparsa di Benedetto XVI ha riportato pesantemente alla luce lo scontro tra l'ala più progressista della Chiesa e quella tradizionalista. Scontro che, con il pontefice emerito in vita, era rimasto sottotraccia anche per la volontà di Ratzinger di non creare motivi di polemica con il successore Francesco.

Ora, invece, il "partito" dei conservatori affila le armi in vista del prossimo Conclave, quando ci sarà. A tal proposito gli stessi conservatori appaiono divisi sull'ipotesi di dimissioni per Bergoglio. Secondo quanto svelato in un retroscena di Massimo Franco sul Corriere della sera, infatti, ci sarebbe chi sostiene che la rinuncia di Benedetto XVI dovrebbe restare un'eccezione e un caso isolato. E chi invece spinge affinché Francesco segua l'esempio, pur di liberarsi al più presto del Papa argentino.

Sono diverse le critiche che i tradizionalisti rivolgono a Papa Francesco, in particolare sulla politica estera. Il pontefice è stato accusato di eccessiva tolleranza con la Cina di Xi Jinping (non a caso sono stati pochi gli interventi del Vaticano sulla repressione a Hong Kong e sulla situazione di Taiwan) e tutto ciò in virtù di un accordo con il regime rimasto segreto. La speranza di Bergoglio di avvicinare la dittatura per favorire la conversione dei miliardi di cinesi non avrebbe però dato i frutti sognati, poiché per Xi Jinping la religione sarebbe rimasta un affare da "normalizzare", al punto che il dittatore comunista ha sempre rifiutato gli incontri con il Papa.

Fronte analogo quello della Russia, con il pontefice che è stato inizialmente accusato dai tradizionalisti di eccessiva tenerezza con Putin, salvo poi correggere in parte la rotta quando Mosca ha rifiutato a ripetizione i tentativi di mediazione offerti dal Vaticano.

In questo clima di tensione si innesta il caso di Monsignor Georg. Le anticipazioni del suo libro "Nient'altro che la verità" hanno provocato un piccolo terremoto in Vaticano. Così ieri il prelato tedesco è stato ricevuto da Bergoglio che gli avrebbe raccomandato maggiore discrezione. I rapporti tra i due sono ormai però deteriorati. E non si esclude che a Georg, ex segretario di Ratzinger, venga affidato un incarico in Germania. O, casomai dovesse restare a Roma, venga riservato a un compito maggiormente lontano dai riflettori.

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