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Il divo americano Casey Affleck sceglie la Mostra di Venezia per il suo esordio alla regia con «I'm still here: the lost year of Joaquin Phoenix», dedicato al suo celebre cognato che aveva annunciato di abbandonare il cinema per fare il rapper.

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Eintanto tenta invano di farsi produrre un disco da Puff Daddy, incontrando celebrities come Ben Stiller, Bruce Willis e Sean Penn, fino a diventare una sorta di barbone che fa persino scena muta al popolarissimo David Letterman Show. Ma che ne pensa di tutto questo il chiacchierato Phoenix? No comment e, pur essendo a Venezia, non si è presentato alla conferenza stampa, mentre Affleck gioca con le parole non svelando quali siano le scene vere e quelle di finzione. «Devo rispettare la privacy di JP - ha detto Casey che sul Lido incontrerà anche il fratello Ben, pure lui fuori concorso con «The Town» - Ma in questo anno e mezzo di lavorazione sono molto cambiato e con me anche Phoenix, spero che sia per lui il primo passo verso la redenzione». Oltre all'impenetrabile film polacco «Essential Killing» di Jerzy Skolimowski, con un superbo Vincent Gallo che sarà oggi in concorso come regista, Marco Müller ha svelato il titolo del film sorpresa della Mostra, ancora una volta una pellicola orientale: «The Ditch» (Le fosse) di Wang Bing sulle condizioni di vita disumane vissute nei campi di concentramento cinesi alla fine degli anni '50. Dormitori scavati sottoterra, uomini costretti a nutrirsi di topi, arrivando persino al cannibalismo con i compagni appena morti, tra fisici scheletrici che rievocano Auschwitz, anche se tutto avviene tra i paesaggi sconfinati del deserto dei Gobi. Tutto per tremila cittadini della provincia di Gansu, considerati dissidenti di destra a causa di critiche contro il Partito Comunista o semplicemente per la loro provenienza sociale o familiare. In quei lager sopravvissero solo 500 deportati e Bing ha raccolto le loro interviste. Esordio alla regia anche per l'inviata di guerra del Tg1 Monica Maggioni, con «Ward 54» (sezione Controcampo), dove l'autrice intervista alcuni soldati americani reduci dall'Iraq e i loro familiari, sulle difficoltà di reintegrarsi nella società dopo l'incubo della guerra. Ma gli applausi del Lido sono andati ieri tutti a Kim Rossi Stuart per la sua eccellente interpretazione nel ruolo di Vallanzasca, anche se l'attore non potrà aspirare ad alcun premio, visto che Placido fin dall'inizio ha rifiutato di inserire il suo film in concorso per evitare ulteriori polemiche sulla sua pellicola tratta dall'autobiografia del «bel René». Anche il cattivo tempo che imperversa in laguna non aiuta l'atteso glamour del festival tanto che oltre ai bei film languono anche le feste. La più bella è stata quella di domenica notte dedicata al Premio Kineo organizzato dai Rai Trade e ideato da Rosetta Sannelli, che ha premiato «Pocoyo», serie animata in onda su Raidue da ottobre. Tra i premiati anche Alessandro Preziosi, Gabriele Salvatores, Giuseppe Tornatore e Margherita Buy.

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