
Luigi Mangione fa proseliti, sventato un attacco al gabinetto di Trump: "In missione per lui"

Luigi Mangione fa proseliti anche in carcere. Il 26enne rampollo di una ricca famiglia italo-americana accusato di aver ucciso a colpi di pistola Brian Thompson, il ceo del colosso delle assicurazioni sanitarie americane UnitedHealthcare in un'azione anti-capitalista, continua a raccogliere il consenso di molti utenti dei social. Il sito Aol spiega che le principali piattafome social "fanno fatica" a cancellare la mole di commenti pro-Mangione, contrari alle policy che puniscono la difesa di atti violenti e criminali.
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Il rischio di copycat, di emulatori, è concreto. Basti pensare che sabato scorso una giovane donna del Massachusetts che ha dichiarato alla polizia di essere andata al Campidoglio degli Stati Uniti per uccidere membri del gabinetto del presidente Donald Trump ha affermato di essere stata influenzata dall'ingegnere 26enne. Lo scrive Ap sul suo sito ricordando che la circostanza emerge da quanto affermato dai pubblici ministeri in un fascicolo depositato in tribunale. Anche lei è molto giovane. Ha 24 anni e ha detto alla polizia di sentirsi "in missione" e che "ci stava pensando da un po' a causa di Luigi Mangione".
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La fan-base di Mangione è attiva anche nella diffusione di teorie cospirazioniste. L'ultima è che il 26 rischia di essere assassinato in carcere. La teoria, riporta l'edizione americana del Mirror, nasce sulla scorta delle dichiarazioni di un detenuto nello stesso istituto di pena di Mangione: sostiene che non indosserebbe la classica tuta arancione dei detenuti ma una "tartaruga", una sorta di camicia rinforzata anti-suicidio e contro le aggressioni.
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