Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Gaza, uccisi figli e nipoti del capo di Hamas. Haniyeh: “Nessuna resa”

  • a
  • a
  • a

Tre figli del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sono stati uccisi in un raid israeliano sul campo profughi di Shati, a Gaza City. Oltre ai tre figli - Hazem, Amir e Mohammed - sono morti anche almeno quattro nipoti di Haniyeh: tutti sono stati uccisi da un missile che ha centrato l’auto sulla quale viaggiavano mentre si stavano recando verso il campo profughi per andare a festeggiare l’Eid al Fitr, la festa che conclude il Ramadan, insieme ad alcuni parenti.

 

 

«Ringrazio Dio per questo onore che mi ha concesso con il martirio dei miei tre figli e di alcuni nipoti», le parole ad al-Jazeera del capo dell’ufficio politico di Hamas, che ha confermato la morte dei suoi familiari in un raid israeliano su Gaza. Sottolineando che i suoi figli «sono rimasti con la nostra gente nella Striscia di Gaza e non hanno lasciato» l’enclave, Haniyeh - che da tempo vive in Qatar - ha affermato che «tutte le famiglie di Gaza hanno pagato un prezzo pesante con il sangue dei loro figli, e io sono uno di loro. Con questo dolore e sangue creiamo speranze, un futuro e libertà per il nostro popolo, la nostra causa e la nostra nazione. Non c’è dubbio che questo nemico criminale sia guidato dallo spirito di vendetta, omicidio e spargimento di sangue, e non osservi alcuno standard o legge. L’abbiamo visto violare ogni cosa nella terra di Gaza, sono pulizia etnica, genocidio e sfollamento di massa».

 

 

«L’uccisione dei miei figli non cambia la richiesta di cessate il fuoco da parte di Hamas. Non scenderemo a compromessi e non ci arrenderemo, non importa quanto grandi debbano essere i nostri sacrifici. Non ci sottometteremo al ricatto praticato dall’occupazione perché i popoli che si arrendono non saranno risparmiati», ha concluso il leader dei terroristi palestinesi, che ha spiegato che 60 membri della sua famiglia sono stati uccisi dall’inizio della guerra.

Dai blog