Ucraina, la Russia perde gli spia. Gli 007 inglesi: "Cosa cambia"
Due anni esatti. Il 24 febbraio scorso è stato richiamato alla memoria il secondo anniversario dell’invasione russa in Ucraina. E anche se la guerra sembra vivere al momento una fase di stallo, eccetto per la crescita costante del numero di morti (civili e non), la superiorità russa è stata sinora insovvertibile. Data la disparità di forze militari – uomini e armi - disponibili, Volodymyr Zelensky ha in più circostanze denunciato la sua paura di essere abbandonato dalla Nato, che ha smentito l’ipotesi di un invio di truppe proprie in ausilio all’esercito ucraino.
Intanto, però, il bollettino quotidiano dell’intelligence britannica ha riportato una buona notizia per Kiev, perché la Russia pare che nei soli 2 mesi del 2024 abbia assistito alla distruzione di suoi due aerei spia A-50. Un mezzo cruciale da 300 milioni di dollari che consente all’esercito d’aviazione russo di rilevare eventuali missili ucraini in arrivo, e fondamentale anche per l’identificazione di bersagli terrestri. Sebbene il leader del Cremlino Vladimir Putin possa contare su altri 7 aerei di questo tipo, ha avvertito l’intelligence del Regno Unito, la perdita dei due velivoli denota come la Russia “si dimostri incapace di proteggere asset aerei di alto valore”, mostrando delle debolezze nelle “capacità dei pianificatori aerei russi”. Insomma, una lacuna che l’esercito al servizio di Zelensky potrebbe sfruttare a suo favore, in attesa di una svolta sul processo di pace che – ad oggi - non appare ancora sul punto di essere negoziata. “È altamente probabile che le forze aeree russe dovranno nuovamente considerare nuove location operative ma l’Ucraina sta dimostrando capacità di rapido adattamento e continua a rappresentare una minaccia”: il bollettino offre ancora qualche speranza a Kiev.
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Ricapitolando la breve cronologia degli abbattimenti relativi agli aerei di allarme e controllo A-50, dispiegati sul mare di Azov nel novembre 2023, il 24 gennaio gli ucraini hanno raso al suolo il primo, “costringendo i russi a prendere in considerazione aeree operative più sicure”. Mentre l’ultimo risale al 23 febbraio, “quasi certamente con un missile terra-aria mentre era operativo per il sud del mare di Azov sul territorio russo di Krasnodar”. E immediatamente l’ufficio stampa della presidenza di Kiev si è affrettato nel rivendicare il successo militare. Quando in realtà fonti da Mosca hanno smentito, sostenendo l’aereo sia stato colpito da un missile lanciato da Mariupol, città del territorio ucraino in mano ai russi. Secondo il report dell’intelligence britannica, tuttavia, “vi è una remota possibilità che i russi abbiano inavvertitamente abbattuto il loro stesso aereo mentre cercavano di proteggerlo”. Se la dinamica e le cause non sono del tutto certe, è invece appurato che la Russia ha perso due pezzi pregiati del suo arsenale.
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