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Russia, spie alla riscossa: boom di segnalazioni e "guerra alla Nato"

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"Sbagliando si impara", recita il famoso detto. Ad apprendere la lezione, questa volta, è Mosca. Un think tank di Londra, il Royal United Service Institute (Rusi), attraverso un report realizzato dagli esperti Jack Watling e Nick Reynolds insieme ad Oleksandr Danylyuk, ex consigliere del ministero della Difesa e del capo dei servizi segreti esteri di Kiev, ha annunciato il ritorno delle spie russe. Nel documento reso accessibile ci sono anche delle informazioni messe insieme dall'intelligence della Federazione, a riprova del fatto che le spie del Cremlino siano potenzialmente una minaccia per la sicurezza delle nazioni occidentali. 

 

 

I tanti passi falsi fatti dall'agenzia di intelligence estera (Svr) e dagli uomini dei servizi di sicurezza russi (Fsb) non sono stati altro che il pretesto per rimettersi in carreggiata. Gli analisti del Rusi hanno riscontrato che, nonostante i rovesci e i fuori programma, Mosca è stata capace di avviare un processo di riforma e di rivoluzione degli apparati di intelligence. Un solo obiettivo: gettare le basi per nuove operazioni contro l’Occidente. Nel 2022, lo zar ha nominato Sergei Kiriyenko vicecapo di gabinetto del Cremlino, a capo dei “comitati di influenza speciale”. Secondo il think tank britannico, questo ha fatto sì che in tutta Europa siano aumentate le segnalazioni di campagne di disinformazione organizzate dai russi per indebolire il supporto di molti Paesi all'Ucraina. 

 

 

Il settimanale britannico ha fatto sapere che la priorità nell'agenda di Mosca è quella di preparare un conflitto con la Nato “non solo rubando segreti ma allargando le divisioni interne all’organizzazione, compromettendo il supporto all’Ucraina in America e in Europa ed erodendo l’influenza dell’Occidente nel Sud globale”. Anche il Gru, l’agenzia di spionaggio militare russa, ha una nuova vita. 

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