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Medio Oriente, l'Onu si spacca ancora su Israele e Hamas

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Non è stato trovato alcun accordo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per una risoluzione sulla guerra tra Israele e Hamas. Ancora una volta. Malgrado le oltre due ore di discussioni a porte chiuse, le differenze sono rimaste tra chi, come gli Stati Uniti chiede «pause umanitarie», e chi un «cessate il fuoco umanitario» per fornire aiuti disperatamente necessari e prevenire altre morti civili a Gaza. «Abbiamo parlato di pause umanitarie e siamo interessati a proseguire», ha dichiarato il vice ambasciatore degli Stati Uniti Robert Wood ai giornalisti dopo l’incontro, «ma ci sono disaccordi all’interno del consiglio sul fatto che questo sia accettabile». Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aveva detto ai giornalisti di volere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza e la fine della «spirale di escalation» già in corso nella Cisgiordania occupata, in Libano e dalla Siria all’Iraq e allo Yemen. 

 

 

Guterres ha denunciato la violazione del diritto internazionale umanitario, che richiede la protezione dei civili e delle infrastrutture essenziali per la loro vita, e ha sottolineato che «nessuna delle parti in un conflitto armato è al di sopra» di queste leggi. Il numero uno dell’Onu ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi che Hamas ha portato da Israele a Gaza dopo l’attacco del 7 ottobre. La Cina, che detiene la presidenza del Consiglio di sicurezza questo mese, e gli Emirati Arabi Uniti, il rappresentante arabo nel consiglio, avevano convocato la riunione a causa della «crisi umanitaria» a Gaza. L’ambasciatrice degli Emirati Arabi Uniti Lana Nusseibeh ha affermato che tutti i 15 membri del consiglio «sono pienamente impegnati» e che gli sforzi continueranno per cercare di ridurre le divergenze e raggiungere un accordo su una risoluzione. 

 

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