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Israele schiera l'unità Nili contro Hamas. "Cerca e uccidi", le missioni della forza d'élite

Gabriele Imperiale
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“Cerca e uccidi” in una parola: “Nili”. Non è il nome di un nuovo videogioco d’azione ma l’identificativo dell’unità d’élite israeliana incaricata di tagliare la testa del serpente, eliminare cioè i leader di Hamas. Il team, il cui nome è un acronimo del versetto 29 primo libro di Samuele capitolo 15 “Netzah Yisrael Lo Yeshaker” ovvero “la gloria di Isreale non mentirà”, fa parte dello Shin Bet, l’agenzia di intelligence di Tel Aviv per gli affari interni. È stata ufficialmente istituita per colpire i leader della Brigata Nukhba, lo squadrone di Hamas ritenuto responsabile del massacro del 7 ottobre scorso. Formazione che si ispira a due precedenti storici. “Nili” era il nome della rete di spionaggio ebraica e filo-britannica (in funzione anti-turca) attiva durante il primo conflitto mondiale e che usava proprio la frase dell’Antico Testamento come segnale di riconoscimento. La seconda unità a cui si rivolge è la cosiddetta “Mivtza Za'am Ha'el” cioè “operazione Ira di Dio”, nata dopo il massacro alle Olimpiadi di Monaco del 1972 degli atleti israeliani ad opera di “Settembre nero”, un commando terroristico palestinese.

 

 

In 20 anni - tra gli anni 80 e 90 - gli 007 israeliani hanno identificato e ucciso - in tutto il mondo - molti membri dell’organizzazione responsabile dell’attacco di Monaco, facendo vittime collaterali e scatenando un dibattito internazionale sui metodi usati da Tel Aviv. Un team di uomini pronti a tutto pur di portare a termine la propria missione. Gli agenti hanno infatti carta bianca nella gestione delle operazioni e non hanno altri compiti. L’unico che conta è la ricerca e l’eliminazione di una lista di persone selezionate dal ministero della Difesa. Secondo alcune indiscrezioni, pubblicate anche dal Times of Israel, le operazioni del Nili sarebbero condotte con l’aiuto del potente Mossad – servizio israeliano che opera all’estero – e da altre forze speciali; tutto pur di massimizzare l’efficienza di questa squadra “cerca e uccidi”. E i primi risultati sono già arrivati: Ali Qadhi, ritenuto il leader delle forze di Hamas che hanno attaccato Israele il 7 ottobre scorso, è stato già ucciso in un attacco coi droni.

 

 

Ha fatto la stessa fine – in un raid notturno – Merad Abu Murad, capo della forza aerea di Hamas e l’ideatore dell'attacco coi parapendii. Poi è stata la volta di Billal Al Qadr, comandante dell’unità di Khan Younis che avrebbe guidato i raid nei kibbutz di Nirim e Nir Oz in cui sarebbero stati uccisi un numero ancora imprecisato di civili. Infine, Abu Hilal, numero uno dell’ala militare dei “Comitati di Resistenza Popolare di Gaza”. Ma la lista - dicono i più informati - è ancora lunga. E i critici hanno già sollevato i loro dubbi sul metodo d’azione degli uomini di Tel Aviv. Alcuni bombardamenti avvenuti nel Sud di Gaza avrebbero infatti già provocato le prime vittime “collaterali”.

 

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