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Elezioni in Spagna, popolari in testa ma la maggioranza è incerta

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Il Partito popolare di Alberto Núñez Feijóo ha vinto le elezioni generali in Spagna, secondo gli exit poll, ma senza la maggioranza assoluta e lo scenario risulta incerto. La televisione pubblica spagnola Tve dà il Pp al 34,2% dei voti, oltre 5 punti percentuali in più rispetto al Psoe di Pedro Sanchez, che si sarebbe fermato al 28,9%, tra 113 e 118 seggi, non riuscendo nell’intento di ottenere una "remontada". Ma la sorpresa sarebbe il sorpasso della piattaforma progressista Sumar di Yolanda Diaz sul partito di Santiago Abascal, Vox. Diaz avrebbe incassato il 13,3% dei voti (tra 28 e 31 seggi), mentre l’ultradestra si sarebbe fermata all’11,2% (tra 24 e 27 seggi). Stando a questi risultati non è certo che il Pp e Vox insieme riuscirebbero ad arrivare alla maggioranza assoluta al Congresso dei deputati, pari a 176 seggi. Secondo Tve, infatti, la forchetta, sommando i voti delle due forze politiche, sarebbe tra 168 e 177 seggi. Diverso, invece, lo scenario prospettato dagli exit poll di Mediaset, per cui Feijóo e Abascal insieme arriverebbero a 181 seggi. Vox ne incasserebbe 31, contro i 27 di Sumar. Rispetto alla precedente tornata elettorale, il Partito popolare avrebbe incassato circa 14 punti percentuali in più, il Psoe sarebbe sceso di circa 1 punto percentuale. Vox avrebbe perso quasi 20 deputati rispetto ai 52 ottenuti nel 2019.

Il primo commento a caldo degli exit poll lo ha offerto il segretario generale di Vox, Ignacio Garriga, parlando dal quartier generale del partito a Calle Bambù a Madrid. Garriga ha invitato alla prudenza e ad aspettare i risultati definitivi e ha affermato che la campagna elettorale ha visto un massiccio attacco a Vox e una manipolazione delle sue idee. La segretaria del Partito popolare, Cuca Gamarra, ha affermato che il suo partito ha «recuperato la posizione di prima forza politica nel Paese» e che gli spagnoli hanno indicato chiaramente di volere Feijóo come premier. Gamarra non si è voluta sbilanciare, ancora una volta, su una possibile alleanza con Vox, che sembra l’unica possibilità per i popolari di governare.

 

 

 

I seggi sono stati aperti alle 9 del mattino e il primo leader a votare è stato il premier socialista Pedro Sanchez, che ha detto di avere sensazioni positive e ha sottolineato l’importanza di queste elezioni non solo per la Spagna ma per il mondo e per l’Europa. Feijóo ha, invece, espresso la speranza che, da queste elezioni, possa iniziare una nuova epoca per il Paese. Diaz ha esortato i cittadini a votare per svegliarsi con «più democrazia», «più diritti» e «più libertà», mentre Abascal ha denunciato «interferenze intollerabili» da parte dei media nel giorno di riflessione. L’affluenza, che alle 14 ha registrato una crescita di oltre 2,5 punti percentuali, è calata alle 18 di circa 4 punti. Il dato non include, però, i voti per corrispondenza, per i quali quest’anno c’è stato un boom di richieste. Queste sono infatti le prime elezioni generali che si tengono in piena estate, con temperature che hanno toccato in alcune località i 40°C.

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