Principe Harry in tribunale, le accuse contro il governo inglese
Alta tensione al Rolls Buildings nel centro di Londra: Harry d’Inghilterra testimonia nel processo per presunto hacking telefonico da parte del Mirror Group Newspapers e l’avvocato di controparte, Andrew Green, lo mette sotto torchio. Il principe - primo reale britannico a finire in Tribunale dal 1891 (Edoardo VII e il caso del royal baccarat) - ha dichiarato alla corte di “non essere sicuro” che il suo telefono sia stato hackerato mentre è “potenzialmente probabile” che i messaggi vocali di Re Carlo siano stati intercettati illegalmente.
Green lo ha incalzato: “Non è certo? Questa non è una risposta” e poco dopo: “Non siamo, principe Harry, nel regno della speculazione totale?”. Come riporta il “MailOnline”, Harry ha sostenuto di aver letto o visto milioni di articoli contenenti informazioni e dettagli troppo precisi per essere stati spifferati da insider, amici o conoscenti. In seguito ha capito che quelle informazioni erano state carpite con attività illecita. Al contrario Andrew Green ha ripetutamente ricordato che quelle notizie erano state diffuse da altri media, tra cui la BBC, oppure da comunicati stampa, portavoce di Palazzo e persino commenti pubblici di sua madre, la principessa Diana. Green ha toccato anche un nervo scoperto di Harry: l’uso di droghe da adolescente. Gli ha domandato se quell’atto illegale fosse nell'interesse pubblico visto che all’epoca era terzo in linea di successione al trono e il principe un po' imbarazzato: “C'è una differenza tra l'interesse pubblico e ciò che interessa il pubblico”.
Poco prima, il duca di Sussex - in completo blu scuro, camicia bianca e cravatta viola - aveva svelenato sul governo, su Paul Burrell, ex maggiordomo di fiducia della madre Lady D e sul di lei amante James Hewitt. Harry ha lanciato un durissimo attacco a Downing Street bollandolo come "rock bottom" (essere alla frutta, toccare il fondo) e accusandolo di essere in qualche modo colpevole per la sua presenza sul banco dei testimoni presso l'Alta Corte. Si è detto “infuriato per lo stato della nostra stampa e del nostro governo, entrambi credo siano al minimo".
Affermazioni di una gravità straordinaria perché rompono con la convenzione secondo cui i Windsor devono evitare di esprimere giudizi politici. Ancor più colorito su Paul Burrell, definito un “doppia faccia di m***a”. L’indiscrezione fu riportata in passato da The People e oggi Harry l’ha confermata aggiungendo che, contrariamente al fratello William, non voleva incontrare l’ex tuttofare per dirgli di smettere con le rivelazioni sulla madre. Le storie “crudeli e maschine” sul fatto che James Hewitt fosse suo "padre biologico" gli hanno fatto temere "di poter essere estromesso dalla famiglia reale" prima di scoprire a 30 anni che la liaison tra l’ex ufficiale e la principessa del Galles era successiva alla sua nascita (“I giornali erano desiderosi di mettere dubbi nella mente del pubblico affinché fossi allontanato dalla famiglia reale?”).
In merito ad altri articoli della stampa scandalistica, Harry ha ammesso la paura e la preoccupazione di essere espulso da Eton per aver assunto droghe, la stessa paranoia di Diana che gli amici lo tradissero, il rimprovero della sua fidanzata Chelsy Davy per essersi travestito da nazista a una festa, il dolore per gli “orribili attacchi personali e intimidazioni" su di lui e Meghan da parte dell’ex editore Piers Morgan. Ancora una volta, il principe 38enne ha sostenuto di sentire l’obbligo morale di portare avanti questa guerra per denunciare la "criminalità" dei media, proprio come farebbe "un soldato che difende valori importanti. Quanto altro sangue macchierà le loro dita dattilografiche prima che qualcuno possa porre fine a questa follia (non ha fatto nomi in particolare, ma si è limitato a un j’accuse generico, nda)".
Infine, con sprezzo del senso del ridicolo ha proclamato di “voler salvare il giornalismo come professione”. Nella testimonianza scritta di 55 pagine il duca ha puntato il dito contro il gruppo Mirror, Daily Mirror, Sunday Mirror e The People, perché a suo dire, si sono intromessi nella sua infanzia, adolescenza e età adulta. Curiosamente, Harry che ha rotto con la “Ditta”, ha preteso di essere appellato come principe, ma ieri è stato criticato da uno dei più alti giudici britannici per aver creato caos saltando il primo giorno del processo, che lui stesso definisce essere la sua ragione di vita, per festeggiare il compleanno della figlia Lilibet a Montecito. Il duca di Sussex testimonierà di nuovo e resterà nel Regno Unito più a lungo di quanto fatto il 6 maggio scorso in occasione dell’incoronazione di Carlo III. Non è chiaro se vedrà suo padre o suo fratello oppure se incontrerà Ernest, il figlio appena nato di sua cugina, la principessa Eugenia.