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Tara Reade, la donna che accusa Biden riappare in Russia con i filo-Putin

Francesco Forgione
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Torna a far parlare di sé Tara Reade, la donna che nel 2020 accusò Joe Biden di violenza sessuale. La donna, che ha chiesto la cittadinanza russa, è riapparsa a Mosca durante una conferenza stampa di propaganda. Reade lavorava con Biden nel 1992 quando quest’ultimo era senatore del Delaware. Nel 2019, a distanza di anni dai presunti episodi, la donna accusò l’attuale Presidente degli Stati Uniti di “abuso di potere ma non di molestie sessuali” come riportato in un’intervista. Le accuse mosse a Biden erano molto gravi, Tara Reade dichiarò che “non cercò mai di baciarla o di toccarla in certi modi” ma le aveva accarezzato il collo e i capelli in modo inappropriato.

 

C’è da dire che Biden si scusò per questi comportamenti ambigui nei confronti della donna. Dopo un anno dalle dichiarazioni, nel 2020, Reade aggiunse nuovi dettagli alla vicenda, muovendo accuse ancor più gravi al potus: “Biden mi ha baciata, e ha messo le mani sotto la gonna, mi ha violentata”. Dopo queste pesantissime affermazioni, più volte smentite da Biden, Tara Reade ha deciso di “rifugiarsi” in Russia temendo per la propria vita. “Non volevo finire in prigione o essere uccisa, è stata una decisione difficile. In Russia mi sento a casa” ha dichiarato la 59enne all’agenzia di stampa Sputnik.

Aveva pensato anche di testimoniare alla camera contro il Presidente e la sua famiglia, ma alla fine ha desistito: “ho visto le pressioni che c’erano su di loro perché non testimoniassi, ho capito che, benché le elezioni siano vicine e ci sia molto in ballo, è meglio che io resti qui, al sicuro. Il mio sogno è di vivere in entrambi i luoghi, ma forse vivrò solo qui e va bene così”. Inoltre un membro del partito repubblicano “mi ha detto che la mia vita era in pericolo”, afferma la donna. 

 

Nell’ultima conferenza stampa tenutasi a Mosca, Tara Reade si è espressa contro la posizione Usa nel conflitto Russo-Ucraino: “mentre i cittadini americani ordinari soffrono. Ai miei fratelli e sorelle russi dico che mi dispiace che in questo momento gli americani abbiano scelto una posizione aggressiva”. Dal Cremlino sembra che stiano utilizzando le dichiarazioni della donna come un’occasione per mettere in imbarazzo gli Stati Uniti d’America e il Presidente Joe Biden. Infatti, recentemente, c'era stato un tentativo della delegazione russa all’Onu che aveva tentato di chiamarla a testimoniare al Consiglio di Sicurezza a proposito di un sospetto traffico di armi in Ucraina. La sua partecipazione era stata rifiutata in quanto "non rilevante e appropriata".

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