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Putin a Mariupol, il blitz dello Zar nella città liberata: "Andrà tutto bene"

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Alessandra Zavatta
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Blitz notturno a Mariupol per Vladimir Putin. Dopo la visita in Crimea, il presidente russo ha incontrato ieri i residenti della città del Donbass liberata dall’esercito di Mosca. Alla guida di una jeep nera, stretto in un giaccone blu con cappuccio, il leader del Cremlino, ha raggiunto la filarmonica restaurata dove si sono svolti i processi ai soldati ucraini catturati nell’assedio dell’acciaieria Azovstal scambiati con militari russi. Si è poi recato nelle case nuove di zecca, fatte costruire dai russi dopo aver preso il controllo del centro portuale che si affaccia sul Mar Nero. E ha incontrato i cittadini, scesi in strada, per garantir loro che «andrà tutto bene» e che «dobbiamo iniziare a conoscerci meglio», perché quello che è successo è stato «a causa dei nazisti».

Una visita a sorpresa, quella a Mariupol, simbolo della resistenza ucraina, ma anche la Mariupol dell’ospedale pediatrico che ora, come ha promesso il vice primo ministro Marat Khusnullin, verrà ricostruito e «avrà laboratori più moderni e un’ambulanza». Per quella che è stata la prima visita nel Donbass dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, Putin è arrivato in elicottero all’aeroporto di Mariupol.

Poi il tour e l’incontro con gli abitanti della città conquistata nel maggio del 2022. Ha voluto vedere (e sentire) sul campo le conseguenze della guerra. Perché oggi Vladimir Putin riceverà al Cremlino il presidente cinese Xi Jinping e si parlerà di come metter fine alla guerra in Ucraina. Pechino ha presentato un mese fa un piano di pace in dodici punti per giungere ad una tregua, risolvere la crisi umanitaria, favorire la ricostruzione e la produzione industriale, fermare le sanzioni e facilitare le esportazioni di cereali. L’Ucraina è, infatti, il «granaio d’Europa» e i bombardamenti hanno rallentato il commercio di cereali, facendone lievitare i prezzi. Xi Jinping sarà a Mosca per tre giorni.

Domani la giornata clou della missione: si svolgeranno i negoziati sia in formato ristretto che allargato. I due leader si vedranno nella Sala Georgievsky del Cremlino, dove l’anno scorso sono stati firmati i trattati di adesione alla Russia delle quattro regioni ucraine annesse con referendum: Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia.

Subito dopo Xi e Putin si sposteranno nella Sala dei Negoziati. Le dorate sale del Palazzo delle Faccette (Granovitaya Palata), accanto al Cremlino, faranno da scenografia alla cena di Stato, a cui sono stati invitati anche i vertici delle maggiori aziende. Palazzo che ha un’anima italiana. Venne progettato dagli architetti Marco Ruffo e Pietro Antonio Solari, che hanno avuto grande influenza sull’intero complesso del Cremlino. Il Palazzo delle Faccette, commissionato da Ivan Il Terribile nel 1487, ora svolge le funzioni di sala di rappresentanza del presidente della Federazione.

È qui, dopo i colloqui ufficiali, che si limeranno le posizioni, si faranno correzioni e «ritocchi» all’accordo per porre fine ad una guerra che ha già ucciso in tredici mesi duecentomila soldati ucraini e più di centomila militari russi. Xi farà, quindi, da mediatore con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Con lui è in programma una videoconferenza. Che si lavori per la pace lo ha chiesto pure Papa Francesco. In primavera il Pontefice vorrebbe visitare Kiev e Mosca. Ma secondo gli Stati Uniti «qualsiasi richiesta di tregua che potrebbe emergere dall’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin è inaccettabile».

Intanto fervono i preparativi anche per i regali da offrire al leader cinese: saranno «non molto costosi, ma simbolici», fa sapere il Cremlino. Putin è solito fare doni dal sapore nazionale. Nel 2018 Putin regalò a Xi una sauna russa realizzata con cedri dell’Altai vecchi di trecento anni. Due anni prima portò ad Hangzhou, dove si teneva il vertice del G20, una confezione di gelato russo.

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