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Tunisia, boom di partenze. E gli 007 lanciano l'allarme in Europa

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Francesca Musacchio
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La Tunisia nel caos apre al rischio di migliaia di sbarchi sulle coste italiane. Un flusso enorme che anche gli analisti fanno fatica a quantificare. Già nel 2022, gli arrivi dal Paese nordafricano sono cresciuti del 60% e potrebbero aumentare in modo esponenziale. La crisi economica, con un’inflazione che ad oggi ha superato il 10%, con la conseguente mancanza di beni di prima necessità, una disoccupazione giovanile altissima e la condizione politica dominata dall’iperpresidenzialismo di Kais Saied, spingono i tunisini verso l’Europa. Ma nel Paese sono presenti anche centinaia di africani sub-sahariani. Alcuni di questi sono migranti regolari, lavoratori e studenti, ma molti sono illegali a seguito dell’ingresso in Tunisia da Paesi confinanti come Algeria e Libia, attraverso le rotte usate per il traffico di stupefacenti e altri beni. E proprio i migranti provenienti dall’Africa subsahariana, sono da tempo destinatari di discriminazioni e violenze che li spingono, quando possibile, al rimpatrio volontario. Ma per gli irregolari, spesso l’unica via di fuga è affidarsi ai trafficanti per raggiungere l’Europa.

Ecco perché la rotta in questo momento più battuta, insieme a quella che parte dalla Libia, è proprio quella che si muove da Sfax, città portuale sulla costa orientale del Paese, dove agiscono i gruppi criminali che gestiscono l’immigrazione irregolare. I servizi segreti italiani, nella recente Relazione annuale presentata al Parlamento, hanno identificato questi gruppi, «prevalentemente autoctoni, non strutturati, talvolta attivi nel settore ittico, dediti alla gestione di un’ampia gamma di attività criminali che vanno dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al contrabbando di tabacchi, al traffico di sostanze stupefacenti e di idrocarburi».

Nel corso del 2022 sono emersi all’attenzione dell’Intelligence anche «alcuni sodalizi criminali composti da cittadini tunisini e italiani coinvolti in vari traffici illeciti tra cui il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare». Ma non solo, gli 007 forniscono anche ulteriori informazioni sul tipo di «imbarcazioni usate dai facilitatori» che sono, diversamente dal caso libico, «natanti prevalentemente di dimensioni più contenute, meno resistenti e capienti, ma veloci e quindi difficilmente identificabili, che talvolta determinano i cosiddetti "sbarchi fantasma", eludendo il dispositivo di controllo nazionale».

Una situazione fuori controllo, dunque, su cui le autorità locali non riescono a dare garanzie. La situazione, inoltre, è peggiorata nelle ultime settimane dopo le pesanti dichiarazioni del presidente Saied che, il 21 febbraio scorso, ha parlato di «orde di migranti irregolari provenienti dall’Africa subsahariana» arrivati in Tunisia, «con la violenza, i crimini e i comportamenti inaccettabili che ne sono derivati». Saied ha descritto una situazione «innaturale», parte di un disegno criminale per «cambiare la composizione demografica» e fare del Paese «un altro stato africano che non appartiene più al mondo arabo e islamico». 

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