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Lavrov, con gli ambasciatori finisce male: fuga di massa dalla conferenza

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Giada Oricchio
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Parla Sergej Lavrov e parte il boicottaggio. Ieri mattina, il ministro degli Esteri russo è intervenuto con un videomessaggio registrato alla Conferenza sul disarmo a Ginevra, in Svizzera. A suo dire, non era presente a causa delle sanzioni imposte dalla Ue alla Russia. Nemmeno il tempo di iniziare il discorso che ambasciatori, delegazioni diplomatiche, tra cui l’Ucraina e diversi Paesi occidentali, giornalisti e operatori tv si sono alzati e se ne sono andati in segno di protesta contro l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

Il ministro di Putin ha parlato alle sedie vuote di una sala enorme e ad esse ha ripetuto la propaganda del Cremlino: “Stiamo lavorando per evitare l’emergere di armi nucleari in Ucraina. È giunto il momento di portare a casa anche quelle statunitensi e smantellare completamente le infrastrutture collegate in Europa. Il governo neonazista che controlla Kiev non è quello che rappresenta il popolo ucraino”. Per Lavrov, l’Occidente non ha ancora dimostrato la volontà di dare garanzie di sicurezza a lungo termine alla Russia sullo stop all’espansione della Nato e sul ritiro delle armi atomiche USA dai territori europei. La Federazione russa pretende anche la revoca della Dichiarazione di Bucarest che stabilisce l'ingresso di Ucraina e Georgia nell’Alleanza atlantica. 

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