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Terremoto Siria, la storia della bambina nata sotto le macerie: "È un miracolo"

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Quando è stata estratta era ancora attaccata al cordone ombelicale della madre, morta sotto le macerie del palazzo di 5 piani crollato in Siria per il tremendo terremoto che ha colpito il Paese e la Turchia. I soccorritori hanno recuperato la neonata da sotto i detriti mentre piangeva, con il cordone ombelicale ancora legato alla madre. Un parente, Ramadan Sleiman, ha riferito ad Associated Press che la 
neonata è l’unico membro della famiglia a essere sopravvissuto al crollo, avvenuto nella piccola città di Jinderis, vicino al confine con la Turchia. La donna è stata identificata come Afraa Abu Hadiya. La bambina è stata portata in un ospedale pediatrico nella città di Afrin, nella provincia di Aleppo, dove ora è in cura. Jinderis, situata nell’enclave della Siria nord-occidentale controllata dai ribelli, è stata duramente colpita dal sisma, con diversi edifici crollati.

 

Il medico che ha in cura la neonata, il dottor Hani Maarouf, ha raccontato che la bambina è stata trovata dai soccorritori lunedì pomeriggio, oltre 10 ore dopo il terremoto. È stata una vicina di casa a tagliare il cordone ombelicale della bambina e, insieme ad altre persone, si è precipitata all’ospedale pediatrico della vicina città di Afrin, dove la bambina è in un’incubatrice. Il medico ha spiegato che la temperatura corporea della bambina era scesa a 35 gradi Celsius e che la piccola presentava contusioni, tra cui una grande sulla schiena, ma che le sue condizioni sono stabili. Maarouf ritiene che la bambina sia nata circa 3 ore prima del ritrovamento, considerato l’abbassamento della temperatura.

 

"Sicuramente è un miracolo. Ma i neonati hanno enormi risorse, grandi capacità di sopravvivenza. Abbiamo poche informazioni su questa bimba, ma sicuramente il fatto di essere rimasta attaccata alla placenta le ha consentito di sopravvivere in condizioni estreme", è il commento di Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin). La piccola, continua Orfeo parlando con Adnkronos Salute, "proprio perché rimasta fino all’ultimo legata alla placenta, potrebbe farcela. Sembrerebbe trattarsi di una neonata a termine, che chiaramente ha molte più probabilità di sopravvivere. È sicuramente molto commovente poter vedere la nascita in un paesaggio dove la morte è protagonista. È un’immagine forte di speranza".

 

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