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“Un successore, poi la pace in Ucraina”. Il biografo di Putin svela i piani dello Zar

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“Non escluderei del tutto che Vladimir Putin nella seconda metà del prossimo anno tiri fuori una sorpresa e compia una piroetta politica, facendo posto a un successore come mezzo per facilitare una soluzione in Ucraina”. A svelare piani e mosse di Vladimir Putin ci pensa Philip Short, storico e giornalista, nonché profondo conoscitore del presidente della Russia, di cui ha scritto la biografia più completa in circolazione. L’ex corrispondente della Bbc parla della situazione di Mosca in un’intervista al Corriere della Sera: “Penso che la sua posizione di potere sia sicura. Sul piano della politica interna, Putin non è indebolito in modo significativo. Può accadere, se le cose andranno ancora male sul terreno. Ma dovrebbero andare veramente male. La sua posizione sarebbe minacciata se diversi gruppi agissero in coordinazione o si alleassero, ma ciò oggi è molto improbabile, a meno di un drammatico peggioramento della situazione militare”.

 

 

Short inizia la sua analisi sulla guerra in Ucraina con un avviso per Kiev, esponendosi poi sulla pace: “Gli stock di armi occidentali si esauriscono a una velocità molto superiore a quella con cui possono essere ricostituiti. Putin è veramente interessato alla pace, ma nei suoi termini. Non vuole una guerra permanente. E penso che alla fine ci sarà se non una pace, almeno un armistizio. Difficile che le forze ucraine riescano a cacciare i russi completamente fuori dal loro territorio, così com’è difficile che la Russia prenda il controllo dell’intera Ucraina. Ci vorrà un accordo e se fosse qualcosa che Putin può vendere come un successo, lo farebbe”.

 

 

Quanto c’è di vero nelle minacce atomiche di Putin? Short risponde così: “La parola chiave è sconfitta totale. Il bluff di Putin di minacciare l’uso di armi atomiche è molto più utile del loro uso. Finora è stato efficace, la Nato è stata attenta a evitare ogni atto che potesse portarla a un conflitto diretto con la Russia. Ma l’uso è pensabile solo come risorsa di ultima istanza, dopo aver provato tutto. Posso immaginare che se ci fosse la minaccia reale di perdere la Crimea, per Putin l’opzione nucleare sarebbe sul tavolo. La Crimea è una linea rossa, una sua ossessione dagli Anni Novanta. Inoltre, se la Crimea fosse a rischio di essere ripresa dagli ucraini, anche la posizione interna di Putin sarebbe in pericolo. Non sarei sorpreso se a qualche punto del 2023 ci fosse un serio tentativo di concludere un armistizio. La guerra non può durare all’infinito, entrambi le parti saranno sfinite”.

 

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